- ATTIVITÀ ANNO 2013
- La cifrematica – Prima serie
- La cifrematica – Seconda serie
- Vivere contro ogni speranza
- La cifrematica – Terza serie
- Come vivere senza paura
- L’ Altro
- L’Altro, la salute, la cura
- La natura del tempo – Prima serie
- La natura del tempo – Seconda serie
- Le donne, l’odio, la famiglia
- La natura del tempo – Terza serie
- La natura del tempo – Quarta serie
Nei primi tre giovedì di novembre, alle ore 21, nella Sala Polivalente della Guizza, in Via S. Maria Assunta 35/A, a Padova, con il Patrocinio del Consiglio di Quartiere 4 Sud-est, il dott. Ruggero Chinaglia, medico, cifrematico, psicanalista, continua le conversazioni con dibattito sul tema
LA NATURA DEL TEMPO – Terza serie
Il tempo non passa e non scorre. Quindi la vita non ha durata perché il tempo è immisurabile. Il tempo è anche impossibile da pensare. Chi crede di pensarlo se lo rappresenta credendo che il tempo passi o scorra.
Possedere il tempo? Il tempo sfugge alla presa. E nemmeno può essere antropologizzato o reso universale: il tempo non ha origine. Nemmeno può essere socializzato ipotizzando “un tempo uguale per tutti”. Essere nel tempo? Impossibile abitare il tempo.
Allora, come intendere il tempo? Qual è la sua natura?
Giovedì 7 novembre, La festa
“Ogni medaglia ha il suo rovescio”, così recita il fatalista, per preparare la sua pena. La base del discorso della festa, che nega la festa, in nome della penitenza, del negativo, sta qui, nell’idea di alternanza tra il premio e la pena, tra la sofferenza e il piacere. Nella superstizione che nega la parola e la sua esperienza. E ognuno vi si attiene per scongiurare guai peggiori. Occorre distinguere la festa dal discorso della festa, discorso che contrappone il feriale al festivo. Il discorso della festa è il discorso occidentale stesso che deve istituire un luogo della deroga alla legge e all’etica. Il luogo della trasgressione per istituire la legge stessa. È constatabile che anche oggi l’accezione di festa in vigore è quella di “luogo dell’eccesso”, luogo dell’eccezione che deve negare l’eccellenza. Luogo della violenza, dello stupro, del cedimento all’alcool, alla droga, al male. Basta considerare ciò che accade negli stadi, per esempio, per averne conferma. Ma anche senza manifestazioni così clamorose è luogo della festa l’idea dell’alternanza fra il bene e il male, l’idea che le cose abbiano un fine e che debba essere il fine di bene.
Giovedì 14 novembre, Le arti del tempo
La filosofia del tempo, la scienza del tempo, la fisica, la matematica, la logica si sono interrogate e s’interrogano sul tempo, ignorandone tuttavia la materia e la natura. Oscillano tra realtà e irrealtà del tempo, tra fisica e ontologia del tempo. Einstein diceva che il tempo è un’illusione, Gödel che è irreale. Le varie ricerche intorno al tempo procedono tuttavia da un fondamento, ossia il soggetto osservatore, e mantengono quindi il riferimento a una psicologia del tempo, a una percezione del tempo. E infatti il tempo viene ricondotto a una spazialità, per potere misurarlo e quantificarlo. Avviene così l’applicazione del fantasma materno al tempo attraverso due forme di controllo del tempo: la geometria del tempo che si prefigge la sua localizzazione (o la localizzazione dell’evento) e l’algebra del tempo che si prefigge la sua quantificazione, con l’idea di potere risparmiarlo, perderlo, amministrarlo, ottimizzarlo. Così il tempo è ritenuto come un’entità dipendente dalla mente umana e il risultato è un antropomorfismo del tempo, come tempo umano.
Giovedì 21 novembre, L’organizzazione
Ottimizzare è la parola in voga nel contesto aziendale per indicare che le risorse sono disponibili in quantità limitata e che, dunque, per fare, occorre anzitutto fare economia, puntando al massimo dell’efficienza e al minimo dello spreco, con indagini di mercato, applicazione di metodi noti, controllo di qualità: strumenti di pianificazione al servizio del conseguimento degli obiettivi prefissati, in regime di standardizzazione. E questo è l’apparato organizzativo. Se invece l’organizzazione è psichica e la meta pulsionale, i mezzi e gli strumenti si trovano, inesauribili, nell’infinito della parola, in cui il tempo non è da risparmiare o ottimizzare, ma interviene all’occorrenza, e la qualità non è soggetta a controllo, ma è l’approdo della ricerca e dell’impresa.