LA CIFREMATICA
La cifrematica. Di cosa si tratta
Come è sorta qui a Padova, la cifrematica? Di cosa si tratta? Negli anni ’70, qui a Padova è sorta un’équipe che poi ha costituito un’associazione, l’“Associazione cifrematica di Padova”, per favorire l’articolazione d’istanze artistiche, scientifiche, culturali con l’istituzione di dispositivi. In questi oltre quarant’anni di attività l’Associazione ha organizzato migliaia fra dibattiti, conferenze, convegni, équipe di scrittura, équipe di clinica intorno alla materia intellettuale della scienza della parola.
La cifrematica è l’esperienza dove si tratta della qualificazione, del processo di qualificazione e del modo con cui ciascuna cosa qualificandosi approda alla cifra, approda al valore estremo; nell’esperienza dove si tratta della valorizzazione di ciò che si è intrapreso e s’intraprende, il cliente è, già in direzione dello statuto intellettuale. Il cliente è nello statuto dell’ascolto, dell’obbedienza. Il cliente ode e fa udire, intende e fa intendere; chiama e annuncia, dà mandato per l’instaurazione del dispositivo. Nella sembianza. Tra la gloria e la fama, il cliente che giunge con la valorizzazione, non prima. Non si tratta, con il cliente, della variante civile del paziente, dell’utente o del cittadino, che sono altri modi per indicare il soggetto necessario all’apparato sociale del consumo; si tratta di una proprietà del dispositivo di valorizzazione. Si tratta propriamente d’intraprendere il viaggio, l’avventura della parola. Qualificazione e valorizzazione indicano con precisione qual è il processo nel viaggio, nell’itinerario in cui si tratta dell’esperienza della parola.
Il modello cui s’ispira la psicoterapia è il rapporto personale instaurato sul modello del rapporto sociale fra chi è presunto curare e chi è presunto curato. Senza l’esperienza di associazione, esperienza che consente di elaborare la questione dell’istituzione in quanto istituzione psicanalitica, la burocrazia impera. Burocrazia nel senso della credenza nel potere invisibile e nella predestinazione, nonché nell’inerzia del fatalismo.
L’istituzione psicanalitica, cifrematica, instaura la novità assoluta del dispositivo. Nel dispositivo vige la logica che non poggia sull’alternativa esclusiva, ma sul vel, sull’adiacenza: logica del due e del tre. Non già logica binaria, ma logica della nominazione: diadica e singolare triale. Logica in cui la contraddizione è originaria e ha il suo modo nell’ossimoro, e è inconciliabile. Contraddizione come modo dell’apertura. Senza rimedio e senza ritorno.
L’analisi, per la via del transfert, procede lungo la constatazione che non c’è più soluzione, giungendo all’assoluzione. Questo esige la dissipazione della credenza di essere malato con l’attesa di essere salvati da qualcuno.
Non si tratta, di “convivere” con i problemi, ma di assolvere i presupposti “problematici”. Perché l’analisi s’instauri e dia i suoi frutti occorre dissipare il moralismo sostanzialista, con i suoi risvolti superstiziosi.
Ogni idea di salvezza, che si volga o no nella promessa della salvezza che istituisce il totalitarismo delle convenzioni, fonda la demarcazione fra l’effettiva libertà intellettuale e ciò che annoda l’ideologia della vendetta come legame sociale. Chi crede nella salvezza s’istituisce come vittima, chi promette la salvezza s’istituisce come carnefice, rinnovando la diabolica coppia schiavo/padrone di platonica memoria e che si rinnova surrettiziamente dove venga istituita la coppia maestro/allievo o medico/paziente, o curante/curato. Sono queste varianti delle coppia capace/incapace.
La mitologia della salvezza è l’altra faccia dell’idea, che si è fatta anche teologia, della liberazione, sul cui conto occorre mettere ogni rivendicazione personale, sociale, religiosa o cosiddetta civile. In un caso e nell’altro, l’appello è a un presunto demiurgo, da imitare o da essere, che, giungendo a conquistare una presunta padronanza sulle “umane cose”, sul sapere, sul destino o quant’altro, potrebbe ricevere la delega sulla vita di ognuno.
Il secondo rinascimento. Il progetto e il programma
Secondo rinascimento: questo è un altro modo di formulare la cifrematica, d’indicare che il suo terreno è quello della ricerca e dell’impresa, della qualità della vita e delle cose che ciascuno fa. Rinascimento che procede dall’apertura, dal due, rinascimento della parola. I suoi ingredienti sono scienza, arte, cultura che integrano ciascuna cosa con la clinica, compimento della scrittura pragmatica. Il secondo rinascimento non è un riferimento storiografico, ma l’indicazione del contesto in cui le cose si fanno e si scrivono, per concludere alla cifra. Cifrematica e secondo rinascimento si combinano con il progetto e con il programma di ciascuno nella parola. La vita, la parola, si avvalgono in ciascun istante dell’arte e dell’invenzione, del gioco e della formazione, della ricerca e dell’impresa. Il secondo rinascimento è la vita senza più il riferimento al tempo che finisce, al localismo della domesticità e dell’animalità, con la paura che deriva dalla credenza che il tempo finisca. È un programma di vita che segue alla domanda di vivere, senza più i limiti posti dalle rappresentazioni dei propri limiti umani. Il secondo rinascimento esige la questione intellettuale, l’invenzione di dispositivi nuovi, dissipando ogni idea di vita standard. Esige da ciascuno un contributo alla civiltà della parola senza più l’ideologia della sostanza cui sottostare senza più l’idea di appartenere al regno animale. Esige da ciascuno la scommessa della qualità.
Il secondo rinascimento è il progetto intersettoriale e internazionale dell’integrazione di scienza, arte, cultura, economia, finanza, impresa nei differenti paesi e settori del pianeta, introducendo la combinatoria delle cose: il dispositivo del viaggio e la direzione del viaggio verso la qualità. Viaggio secondo le fondazioni della parola originaria, senza quindi l’idea del ritorno, della fine del tempo, della presunta necessità di dovere scegliere fra il bene e il male. Si tratta di ciascun caso come caso di qualità, e dell’esperienza originaria che giunge alla qualità.
Sin dagli anni ’70, attraverso convegni, congressi, mostre d’arte, giornate di studio, équipes, pubblicazione di libri, la Fondazione e la casa editrice Spirali hanno operato a livello internazionale per reperire i termini di quanto stava avvenendo nei vari settori e nei differenti paesi, per diffondere il messaggio del secondo rinascimento, con lo scopo di favorire scambi tra intellettuali, istituzioni e paesi e attuare dispositivi artistici, culturali, scientifici per favorire l’amicizia e la vicendevole testimonianza attorno a quanto di valore stava avvenendo nel pianeta.
Per questo sono stati organizzati congressi e mostre in molti paesi; dall’America del Nord, a New York, all’America del sud, a Caracas, all’Europa, dove oltre a varie città in Italia, a Parigi, a Cordova, a Lisbona, a Barcellona, a Lubiana, a Londra, a San Pietroburgo, all’Asia, a Gerusalemme e a Tokio. E a Chongqing, in Cina.
In molti città e paesi del pianeta, le nostre attività hanno convocato scienziati, artisti, poeti, scrittori, filosofi, medici, imprenditori, economisti, banchieri, musicisti, danzatori, architetti, politici, per una testimonianza intersettoriale e internazionale, stabilendo di volta in volta collaborazioni, per i dispositivi dell’avvenire, secondo il criterio della qualità. Il compito che questa fondazione si è assunta è di suscitare il dibattito a livello planetario intorno alla modernità, ai suoi modi, per la qualificazione incessante di ciò che ciascuno fa.
Tenendo conto della grande rivoluzione attuata dal rinascimento, di cui testimoniano il testo di Leonardo da Vinci, di Niccolò Machiavelli, di Ludovico Ariosto, oggi il secondo rinascimento attua la scommessa della modernità del terzo millennio a proposito dell’integrazione dell’arte e della scienza della parola. Questa è la novità che Armando Verdiglione e la sua équipe, da oltre cinquant’anni, introducono nel pianeta tessendo collaborazioni e proposte all’insegna dello statuto intellettuale.