- ATTIVITÀ ANNO 2013
- La cifrematica – Prima serie
- La cifrematica – Seconda serie
- Vivere contro ogni speranza
- La cifrematica – Terza serie
- Come vivere senza paura
- L’ Altro
- L’Altro, la salute, la cura
- La natura del tempo – Prima serie
- La natura del tempo – Seconda serie
- Le donne, l’odio, la famiglia
- La natura del tempo – Terza serie
- La natura del tempo – Quarta serie
Nei primi due giovedì di ottobre, alle ore 21, nella Sala Polivalente della Guizza, in Via S. Maria Assunta 35/A, a Padova, con il Patrocinio del Consiglio di Quartiere 4 Sud-est, il dott. Ruggero Chinaglia, medico, cifrematico, psicanalista, prosegue le conversazioni con dibattito sul tema
LA NATURA DEL TEMPO – Seconda serie
Il tempo è impercettibile, sfugge a ogni psicologia della percezione, a ogni possibile cognitivismo. Il tempo è altro tempo.
Il tempo nella parola sfugge a ogni rappresentazione. Sia a quella del bene sia a quella del male.
Stare bene o stare male indicano la presa della rappresentazione, la messa in forse dell’avvenire, il tentativo di controllo sul tempo a scapito di ciò che occorre.
La fantasmagoria intorno al tempo sorge da lontano, già con la civiltà greca. La politica del fantasma è la vendetta come testimonia la vicenda di Krono e Urano e di Krono e Zeus. Krono, il tempo divora i suoi figli nel timore di venirne spodestato: fantasma di fine, di fine del tempo, di controllo sul tempo. Ciò che caratterizza il tempo è l’assenza di durata, quindi l’assenza di fine.
Giovedì 3 ottobre, Il sessuale
Il fantasma di padronanza sul tempo, che si avvale dell’idea di origine e di fine, con la conseguente paura ingovernabile, tenta di abolire l’intervento del tempo con la sua occorrenza, tramite la remora, il rimando, la riserva, fantasie soggettive, di sé e dell’Altro. In questo modo, l’urgenza, la forza, l’impresa di vita sono eluse, perché viene meno l’intendimento di ciò che occorre fare per il programma di vita di ciascuno. E ognuno si sente stanco, svogliato, timido, ansioso, indifferente; e pensa di essere malato. Si pone, allora, l’esigenza dell’analisi del fantasma di padronanza e dell’instaurazione di dispositivi cifrematici da trovare in ciascun caso. Il tempo con il suo intervento instaura il sessuale nell’atto e dirige il viaggio nel registro intellettuale. È questo registro che oggi è accantonato a favore di uno standard mentalistico che ottunde l’istanza di valore. Le conseguenze sono dinanzi a tutti, nei fatti di cronaca, soprattutto contro le donne.
Giovedì 10 ottobre, L’età
Essendo una prerogativa del tempo quella di intervenire nell’atto di parola, come credere che il tempo sia una sommatoria di anni che definirebbe l’età di ognuno? Nessuno è più soggetto, nemmeno al tempo, se il tempo non è significato da un’operazione algebrica. E invece alcuni dicono: “Quanto tempo ho vissuto!”, “Quanto tempo mi resta da vivere?”. Sono esempi del tempo e della vita come durata, e del tempo creduto finire. Ma le cose non significano e non sono mai tali, e per via del tempo divengono altra cosa. Impensabile il tempo, impensabile anche l’età. Come qualificare, allora, l’età, come introdurla nell’originario, come toglierla dall’idea di significazione?