- ATTIVITÀ ANNO 2013
- La cifrematica – Prima serie
- La cifrematica – Seconda serie
- Vivere contro ogni speranza
- La cifrematica – Terza serie
- Come vivere senza paura
- L’ Altro
- L’Altro, la salute, la cura
- La natura del tempo – Prima serie
- La natura del tempo – Seconda serie
- Le donne, l’odio, la famiglia
- La natura del tempo – Terza serie
- La natura del tempo – Quarta serie
Nei primi tre giovedì di dicembre, alle ore 21, nella Sala Polivalente della Guizza, in Via S. Maria Assunta 35/A, a Padova, con il Patrocinio del Consiglio di Quartiere 4 Sud-est, Ruggero Chinaglia, medico, psicanalista, cifrematico, conclude la serie delle conversazioni sul tema
LA NATURA DEL TEMPO – Quarta serie
Il tempo non passa e non scorre. Quindi la vita non ha durata perché il tempo è immisurabile. Il tempo è anche impossibile da pensare. Chi crede di pensarlo se lo rappresenta credendo che il tempo passi o scorra.
Possedere il tempo? Il tempo sfugge alla presa. E nemmeno può essere antropologizzato o reso universale: il tempo non ha origine. Nemmeno può essere socializzato ipotizzando “un tempo uguale per tutti”. Essere nel tempo? Impossibile abitare il tempo.
Allora, come intendere il tempo? Qual è la sua natura?
Giovedì 5 dicembre, La memoria
Nel discorso comune, la memoria è considerata una macchina per immagazzinare i ricordi che va esercitata, rinforzata, potenziata. E i ricordi sono considerati quel che resta e si mantiene dei fatti, una volta che il passare del tempo abbia tolto loro la realtà dell’essere qui-e-ora. Così memoria e ricordi s’intrecciano in ciò che ognuno ritiene la traccia consapevole del vissuto. Belli, brutti, da cancellare o coltivare… Tutto ciò dando alla memoria il substrato “nervoso”. Altra cosa la memoria come esperienza, che esige di scriversi e trae alla qualità delle cose che si fanno. Questa memoria è senza decadenza e senza cedimenti.
Giovedì 12 dicembre, La costruzione
Come fare fronte alla necessità con spirito costruttivo? Comunemente il termine “costruttivo” trae con sé l’antinomia con distruttivo, e questa antinomia costituisce quasi un percorso obbligato nella possibile alternativa. Ma non è scontato che, procedendo in direzione opposta alla presunta distruzione, si incontri di necessità la costruzione. E non basta procedere alla selezione preventiva di ciò che è ritenuto positivo o buono rispetto a ciò che non lo è a garantire l’efficacia dello spirito costruttivo…
Giovedì 19 dicembre, L’atto e la cifra
L’atto è libero, con la parola, di divenire cifra. Qualcuno diceva: “Avere più di uno/due impegni al giorno limita la mia libertà”. Il soggetto trova la libertà come un peso perché è preso nel dubbio: sono libero? Faccio o non faccio? Ma la libertà della parola di divenire cifra non può essere limitata, la cifra non è una possibilità. Un conto è la libertà da qualcosa o da qualcuno, e questa è l’idea di libertà del soggetto che è “soggetto a”, altra cosa è la libertà della parola nel gerundio: parlando, dicendo, facendo. Che l’atto non sia sottoposto al fantasma di fine del tempo è indispensabile per la sua direzione alla cifra. Se il tempo è pensato finire allora s’insediano l’idea del plagio, dell’infezione, del contagio, della telepatia.