- ATTIVITÀ ANNO 2013
- La cifrematica – Prima serie
- La cifrematica – Seconda serie
- Vivere contro ogni speranza
- La cifrematica – Terza serie
- Come vivere senza paura
- L’ Altro
- L’Altro, la salute, la cura
- La natura del tempo – Prima serie
- La natura del tempo – Seconda serie
- Le donne, l’odio, la famiglia
- La natura del tempo – Terza serie
- La natura del tempo – Quarta serie
Nei primi tre giovedì di settembre, alle ore 21, nella Sala Polivalente della Guizza, in Via S. Maria Assunta 35/A, a Padova, con il Patrocinio del Consiglio di Quartiere 4 Sud-est, Ruggero Chinaglia, medico, cifrematico, psicanalista, tiene le conversazioni con dibattito sul tema
LA NATURA DEL TEMPO – Prima serie
Il tempo è impercettibile, sfugge a ogni psicologia della percezione, a ogni possibile cognitivismo. Il tempo è altro tempo.
Il tempo nella parola sfugge a ogni rappresentazione. Sia a quella del bene sia a quella del male.
Stare bene o stare male indicano la presa della rappresentazione, la messa in forse dell’avvenire, il tentativo di controllo sul tempo a scapito di ciò che occorre.
La fantasmagoria intorno al tempo sorge da lontano, già con la civiltà greca. La politica del fantasma è la vendetta come testimonia la vicenda di Krono e Urano e di Krono e Zeus. Krono, il tempo divora i suoi figli nel timore di venirne spodestato: fantasma di fine, di fine del tempo, di controllo sul tempo. Ciò che caratterizza il tempo è l’assenza di durata, quindi l’assenza di fine.
Giovedì 5 settembre, La fiaba, la favola, la saga del tempo
Qual è l’idea che ciascuno ha del tempo? Come viene rappresentato il tempo? Come il tempo intervenga è per lo più ignoto. S. Agostino, a proposito del tempo, diceva: ” So cos’è, ma se qualcuno me lo chiede non lo so più”. Come accade che ognuno tenti di economizzarlo, risparmiarlo, misurarlo, contenerlo, con il risultato di dissiparlo? Qual è l’idea del tempo in azienda, per l’imprenditore, per il manager, per il professionista, per il lavoratore? Come incide quest’idea sull’andamento e sull’efficacia del lavoro e dell’impresa?
Giovedì 12 settembre, L’erotismo del tempo
“Avere o non avere il tempo”, “Aspettare il momento propizio”, “Prendere tempo”, “Poter rimandare” sono tra le più frequenti credenze attorno al tempo, per gestirlo e quindi per controllarlo: si tratta del tempo inteso come idealità. Per chi si attiene alla pensabilità del tempo, perciò alla sua abolizione, la vita diviene una mera idealità, dove a primeggiare è l’idea di origine e di fine delle cose, idee di finitezza. E il progetto e il programma di vita e la domanda che li enunciano, ne risentono perché si relativizzano rispetto a un tempo pensato, quindi misurato che, potenzialmente, potrebbe finire. Con questo orizzonte posto sull’avvenire, non c’è che la sopravvivenza. Ma vivere non è sopravvivere. Che ne è, allora, della vivenza?
Giovedì 19 settembre, L’occorrenza
Se le cose in quanto tali non esistono, è per via del tempo. Se le cose possono entrare in un processo di qualificazione, è per via del tempo. Le cose si dicono senza soggettività, si fanno senza l’idea agente, si concludono e si dirigono alla loro cifra, per via del tempo. Il tempo non è un concetto. Farne un concetto, è un modo di abolirlo. Misurarlo è farne un tempo mitologico, cronologico, cannibalico, sul principio della sua fine. Il tempo non dura, né finisce, né passa e scorre: è impensabile, inaccomodante e, principalmente, indisponibile. Se non tentiamo di gestirlo, se non ne facciamo l’economia, c’è la chance che il tempo intervenga, facendo ciò che occorre fare per il caso di qualità; e così c’è il caso d’imbattersi nella sorpresa, come miracolo, come felicità.