- ATTIVITÀ ANNO 2008
- Come vivere, come fare, come comunicare
- Lezioni di vita 1
- Lezioni di vita 2
- Arrigo Cipriani. Harry’s Bar
- Vivere il monumento
- Cuba. Dissidenza e scrittura civile
- La sicurezza alimentare in Cina e nel pianeta
- I tesori della Russia a Venezia
- La follia, la pazzia, la clinica
- Il racconto e il viaggio
- Lussuria e censura
- La scuola del disagio e dell’ascolto
- La scuola del disagio e dell’ascolto
Da settembre nuova serie di conversazioni settimanali con Ruggero Chinaglia, cifrematico, psicanalista alle ore 21 presso la Sala Polivalente della Guizza in Via Santa Maria Assunta, 35/A, a Padova.
IL RACCONTO E IL VIAGGIO
Il racconto, col suo modo specifico, è alla base del viaggio, ossia di un percorso di formazione intellettuale. Eppure, al giorno d’oggi, il racconto viene negato, e sostituito con il dialogo e col confronto. Ma il dialogo, più che un modo di comunicare, non implica forse la chiusura dell’ascolto, finalizzato com’è all’accordo e al compromesso, tramite un’operazione di adeguamento reciproco? Come se il valore del dialogo consistesse nel punto d’incontro, invece che nell’apertura alla differenza. E il confronto, più che un modo per mettersi in gioco, non è forse il tentativo di togliere ed evitare la differenza, puntando invece alla parificazione e al mettersi al posto dell’altro? Ma finché mi vedo attraverso l’altro, come attuare un processo di valorizzazione?
Giovedì 25 settembre, Il caso letterario
Nell’esperienza cifrematica ci sono tre registri dell’oralità, con la conversazione, la narrazione, il racconto. Conversazione di qualificazione, narrazione clinica, racconto di cifra. Con il racconto, avviene la chiarezza, la poesia, l’ingegneria, l’industria. La letteratura è un aspetto dell’esperienza, nel registro frastico. Nel processo di qualificazione. Il caso letterario è un caso di qualificazione del significante. Un caso in cui si effettua il sapere. Cosa si trasmette nell’atto di parola? Cosa si trasmette di un ricordo, che “non si sa bene perché resti ‘impresso’ nella mente?” La lettera è ciò che resta della metonimia del significante, della sua fuga, del suo funzionamento: il significante, funzionando si divide da sé e rilascia una lettera. Il viaggio della parola comincia con la dizione, la procedura del dire e prosegue con la scrittura; il transfert va in direzione della scrittura, che però è oltre il transfert. Dal glossario si istituisce la disposizione alla scrittura. La disposizione alla scrittura esige la disposizione narrativa. Il glossario si avvia con la formulazione domanda, in cui già qualcosa si formalizza e si avvia verso il racconto, dove funzionano il nome, il significante e l’Altro. Il racconto è racconto di cifra: sta qui la tripartizione del segno. L’indicibile e il suo corollario l’indefinibile, giovano al dizionario.
Giovedì 2 ottobre, Oralità e scrittura
Se la vita è la parola, può dirsi vita quella di coloro che vivono per contrastare la parola? Per dimostrare che la parola è negabile? Che sarebbe possibile vivere senza la parola? Lo spreco è questo. La vita senza parola sarebbe l’ontologia dell’essere e dell’avere che sfocia nel fantasma di miseria, di povertà, di limitatezza. Ognuno si rappresenta, allora, s’immagina ontologicamente. La questione dell’oralità è nodale per il dispositivo di parola. L’oralità è senza sfogo. Un luogo comune piuttosto diffuso recita che parlare fa bene, perché ci si sfoga. Sfogarsi. Parlare è senza sfogo, senza furia e senza scarica; impossibile togliere il fuoco fatuo, il sembiante. Parlare non è un mero aprire bocca, aprire le fauci. Parlare esige l’idioma, la particolarità, e il registro intellettuale con l’oralità.
Giovedì 9 ottobre, La memoria
Il racconto, col suo modo specifico, è alla base del viaggio; la sua struttura è la memoria, senza ricordi del passato, ma verso il valore dell’evento. Traduzione, trasmissione, trasposizione sono i processi memoriali per cui non c’è mnemonica: né mnemotecnica, né mnemomacchina. Anche ciò che viene chiamato ricordo, se è preso nel processo di qualificazione non può non divenire memoria, cioè tradursi, trasmettersi, trasporsi.
Giovedì 17 ottobre, I modi del viaggio
Nell’epoca dei viaggi organizzati, del turismo di massa, del turismo sessuale, nell’epoca del viaggio per divertirsi e per distrarsi dagli affanni del quotidiano, ognuno tenta di mettersi in viaggio, dimenticando che è già in viaggio. Nessuno, infatti, sembra considerare che il viaggio più importante è già in atto e è la vita. È questo il viaggio che nessuno può organizzare per altri e che nessuno può imparare a fare. Come viaggiare? Il viaggio è linguistico, per questo intellettuale. E la lingua non è il sistema dei segni che consentono al soggetto di padroneggiarli, è la combinatoria infinita del segno.