Tutti i giovedì di novembre e dicembre, alle ore 21, nella Sala Polivalente della Guizza, in Via Santa Maria Assunta 35/a, a Padova, si tengono gli incontri organizzati con il Patrocinio del Consiglio di Quartiere 4 Sud Est, in collaborazione con l’Associazione psicanalitica italiana e l’Istituto analitico e clinico di Padova, dal titolo
L’ANALISI – Prima serie
INCONTRI CON RUGGERO CHINAGLIA
L’analisi non è il contrario della sintesi, come alcuni propongono, né vi si correla, né è finalizzata a questo. Non è il processo di scomposizione dell’intero per ricomporlo. L’analisi rende impossibile la sintesi. Non c’è ricomposizione possibile. L’intero non è scomponibile. Né ricomponibile. L’intero non è la somma dei suoi elementi. L’analisi altera ciascun elemento. L’intero mai può rompersi, frantumarsi, scindersi o togliersi. L’analisi procede dall’intero e accade perché la sua procedura, come per ciascuna cosa, è per integrazione. L’intero non manca di nulla.
Qual è lo statuto di ciascuna cosa? Come avviene che nessuna cosa può esserci estranea? Con l’analisi è impossibile dire: “Questo non mi interessa”, “Questo con me, con l’avvenire, con ciò che sto facendo non c’entra nulla”. Per giungere a questo bisogna però sospendere la fantasmatica che ci siano cose che si oppongano a altre. La fantasmatica dell’alternativa fra due o più cose, la fantasmatica che si debba scegliere fra due o più cose, dovendone escludere alcune, per farne altre, che alcune cose debbano lasciare il posto a altre. È questione di abbondanza, di ricchezza, d’infinito. Questione di tempo e di logica particolare. È questione d’instaurazione dell’inconscio. E anche del tempo. E dell’adiacenza. E della simultaneità. Senza idea di fine, di male, di negativo come fondamento.
Giovedì 11 novembre, La tentazione
Qual è il risultato della credenza nella sostanza? Il cedimento al sostanzialismo, all’idea del potere della sostanza. Potere divino, potere diabolico, potere della sostanza buona o cattiva. Il risultato è sottomesso a questo potere invisibile che diventa anche credenza nella fortuna o nella sfortuna, superstizione. La tentazione originaria è la tentazione intellettuale, la tentazione per la quale ciascuna cosa tende al valore, e, per questo esige la valorizzazione. La valorizzazione è il processo che non va da sé e che esige il dispositivo. Per fare non basta voler fare, fare non dipende dal potere fare, e non è nemmeno questione di dovere fare. Per fare occorre non negare l’occorrenza. Accogliendo l’occorrenza, allora si può instaurare il fare. La tentazione non è finalistica. Non è finalizzata. La questione della tentazione originaria è indicativa dell’apertura. Con l’apertura, non c’è più l’eventualità della scelta se fare o no, ma di trovare il modo. Qui sta l’urgenza.
Giovedì 18 novembre, La leggerezza
Nel quadro degli incontri sul tema L’ANALISI, Patrizia Ercolani, Cecilia Maurantonio, Fernanda Novaretti, Lucio Panizzo, Sabrina Resoli […] , Tiziana Resoli intervengono intorno alla Leggerezza.
La leggerezza è originaria, non è l’assenza di peso. Piuttosto, il peso è l’assenza di leggerezza.
Venerdì 26 novembre, L’anomalia. Chance per l’avvenire
La condivisione (delle emozioni, delle scelte, delle idee, e quant’altro) è un assunto, un concetto del discorso politico, che è pubblicizzato e proposto in nome della governabilità dei soggetti. È un richiamo alla soggettività comune, al relativismo come dottrina generale della standardizzazione. Una volta abolito l’interesse particolare, con la prescrizione dei comportamenti accettabili e quindi abolita l’anomalia che procede dalla provocazione libera, la condivisione interviene a abolire anche la specificità di ciascuna cosa nel suo viaggio, prescrivendo che la divisione divenga condivisione. Sono così ammesse le piccole differenze, ma non la differenza assoluta, che è l’effetto del tempo. È abolito l’Altro con la A grande.
Giovedì 2 dicembre, La solitudine
La solitudine, condizione dell’arte e dell’invenzione, del cammino e del percorso non ha da trovare rimedio in nessuna compagnia. Dal tentativo di porvi rimedio, sorge il branco, emulo di ogni animalizzazione. La solitudine non è quindi una proprietà dell’esperienza, non è una proprietà della cifratica, ma è proprietà della logica particolare. Marca la singolarità. Quindi è proprietà del tu, dell’io e del lui. Che non si fanno compagnia, né fanno compagnia a qualcuno. Occorre non confondere la solitudine con l’eremia, (ερημια).
Giovedì 9 dicembre, La violenza sessuale
La questione della violenza è sempre stata inscritta in una rappresentazione, è cioè considerata in termini transitivi, come violenza di qualcuno su qualcun altro. Quindi è intesa come violenza sui deboli, violenza sulle donne, violenza sui bambini; c’è sempre una violenza contro cui occorre intervenire a difesa. Tutto ciò fa parte del discorso politico, il cui programma è contro ogni violenza. Si tratta della violenza pulsionale, la violenza della parola, che non accetta mediazione, non accetta significazione: non accetta cioè limitazioni alla tensione in direzione della cifra e del suo effetto, la verità. Il termine violenza indica la forza, la tensione viene dal latino vis. E indica ciò che è fatto per la forza in direzione della cifra.
Giovedì 16 dicembre, La verginità
Quale dottrina politica riesce a fare a meno della verginità, eretta a tabù, quindi della mitologia dell’androgino? E, pertanto, maschile e femminile fanno tutt’uno e significano la soppressione della differenza. E la verginità eretta a tabù è l’androgino. E il popolo è androgino. La dottrina politica, per cui la verginità è tabù, è gnostica. La verginità è ignota, la verginità come virtù del tempo è ignota, non può essere conosciuta: è ignota e inconoscibile, non è oggetto di conoscenza. La zoologia trionfa ovunque, sulla negazione della verginità come virtù del tempo: così, la vita si finalizza, cioè si animalizza.