Giovedì 4 novembre alle ore 21, nella Sala Degli Anziani di Palazzo Moroni, a Padova si tiene il convegno, Patrocinato dall’Associazione Psicanalitica Italiana e dall’Università internazionale del secondo rinascimento dal titolo
L’ANALISI. CONVEGNO A PADOVA
(Leggi il testo completo del dibattito)
intervengono
- Ruggero Chinaglia, medico, psicanalista, presidente dell’Istituto analitico e clinico di Padova
- Sergio Dalla Val, giurista, psicanalista, presidente dell’Associazione culturale Progetto Emilia Romagna
- Antonella Silvestrini, linguista, psicanalista, presidente dell’Associazione La cifra, di Pordenone
Il convegno, organizzato dall’Istituto analitico e clinico di Padova e dall’Associazione cifrematica di Padova, inaugura la serie d’incontri con il pubblico, che da giovedì 11 novembre 2010 si protrarrà fino a Natale, nella sala Polivalente della Guizza in Via S. Maria Assunta 35/a, a Padova, dal titolo, appunto, L’ANALISI, con il Patrocinio del CdQ 4 Sud-Est.
Questi incontri invitano al racconto: ciascuno è invitato a raccontare gli elementi della sua esperienza, del suo lavoro, della sua vita, perché raccontando, con la condizione che vi sia ascolto, si tratta di trovare il modo di dire, di pensare, di fare, di scrivere, anche di sperare. Il racconto è la via dell’analisi.
Il convegno, con il racconto e la testimonianza degli psicanalisti presenti, mira a indicare cosa comporta l’analisi, di cosa si tratta nell’analisi, quali contributi possono giungere, grazie all’analisi, a chi opera anche in settori differenti: per esempio al medico, all’avvocato, all’imprenditore, all’educatore, al professionista, all’artista, allo scrittore, all’insegnante, al genitore, allo studente.
Chi si trova inserito in un contesto sociale, professionale, disciplinare o no, finisce per orientarsi secondo credenze e modelli che spesso vengono definiti e quasi prescritti da un codice preordinato. E sfugge l’integrazione di una cosa con l’altra cosa, e ognuno diventa sempre più intollerante e litigioso, cinico e rivolto a un unico fine. Oggi più che mai, è avvertita l’esigenza di formazione intellettuale, culturale, artistica e scientifica che consenta di non fermarsi a contemplare e rispettare antiche credenze e superstizioni ritenendole ancora valide.
Demagogicamente è facile promettere il superamento di mitologie, barriere psicologiche, ideologie e luoghi comuni asserendo di dare alle nuove generazioni condizioni di vita migliori; intanto si assiste nella vita pubblica a contrapposizioni irriducibili che si sostengono sulla specularità: ognuno si attesta sulle proprie posizioni non accorgendosi che sono le stesse dell’avversario, ma in modo speculare, che dice le stesse cose di chi vuole controbattere, ma con segno invertito, e si trova sempre dinanzi l’ombra di quel che crede il suo nemico.
Tutto ciò avviene in assenza di analisi, volendo proporre una visione ideale del mondo, senza considerare i dettagli, ciascun dettaglio. Il dettaglio introduce la differenza tra una cosa e l’altra cosa e con l’analisi offre la chance d’inventare e acquisire qualcosa di nuovo. E la vita prende un’altra piega.
Finché ognuno è occupato a dimostrare la normalità della sua psicologia, finché tutti debbono dimostrare la normalità dei loro pensieri e delle loro azioni, finché ognuno si deve giustificare per quanto deroga dalla normalità accettata e condivisa, la prescrizione allo standard prevarrà su ogni istanza inventiva e scientifica nuova.
Questo è il frutto dell’epistemologia che alla fine del Novecento ha ingessato ogni settore della ricerca e ha di fatto escluso l’analisi come metodo di ricerca e d’impresa. Questa crisi attuale, che attraversa i vari settori indica che senza l’analisi la questione aperta, che poggia sull’inconciliabilità del positivo con il negativo, tende invece a chiudersi, a scapito dell’intellettualità.
Da questo convegno dal titolo L’ANALISI si attendono quindi indicazioni preziose rispetto alla chance dell’avvenire e alla sua leggerezza.