Giovedì 1° aprile 2010 prende avvio, con il Patrocinio del Consiglio di Quartiere 4 Sud Est, il Laboratorio della modernità intitolato LA CIFREMATICA. I DISPOSITIVI, I SERVIZI, I PRODOTTI INTELLETTUALI, diretto dal dott. Ruggero Chinaglia, medico, psicanalista, presidente dell’Associazione cifrematica di Padova. Gli incontri si svolgono nella Sala Polivalente di Via S. Maria Assunta, 35/A, alla Guizza, a Padova, alle ore 21.
LA CIFREMATICA – Prima serie
I DISPOSITIVI, I SERVIZI, I PRODOTTI INTELLETTUALI
Questo laboratorio si propone sia di fornire informazioni intorno all’esperienza della cifrematica chiarendo quali siano i suoi ambiti, con quali dispositivi, con quali servizi, con quali prodotti e sia di contribuire alla formazione intellettuale di chi partecipa.
La domanda più frequente verso ciò che si ignora è: “Che cos’è?”, “A che cosa serve?”. Per rispondere a queste e altre domande rivolte alla cifrematica, avviene questo laboratorio avviando un ampio dibattito intorno al modo con cui la cifrematica entra in combinazione con tante cose: arti, mestieri, professioni, desideri, esigenze, ambizioni, sogni… Dinanzi all’occorrenza, c’è chi, pensandola come difficoltà, cede, si lascia andare credendosi limitato o debole, addirittura malato o incapace. Così non si utilizzano i talenti che nessuno sa di avere, ma che sono essenziali alla vita, al suo progetto, al suo programma. Per rivolgersi al valore della vita, nessuno può fare a meno dell’audacia e dell’interlocutore. La cifrematica è la cosa nuova che può contribuire a un altro modo di pensare, di fare e di vivere. Scommettiamo?
La credenza più diffusa per contrastare ogni forma di malessere è quella di assumere una sostanza che contrasti il male e ripristini lo stato di benessere. Su questa convinzione, sin dall’antichità, si è sostenuta la ricerca di rimedi che potessero essere usati per alleviare il male nelle sue varie forme. Su questo è stato praticato l’uso della droga, su questo si è prodotta la ricerca farmacologica, con particolare riferimento agli psicofarmaci.
Verso gli psicofarmaci spesso vi è una fiducia quasi magica, come se potessero rimediare al disagio, senza la necessità di capire e intendere di cosa si tratti. Una stessa logica accomuna l’uso della droga e l’abuso di psicofarmaci. A quali conseguenze anche drammatiche espone l’abuso di sostanze chimiche? Il disagio intellettuale è una questione articolata e complessa, non una mera questione chimica.
Giovedì 18 febbraio, Il chiarimento
C’è chi dice: “Non so”. “ Non capisco”. “Non è chiaro”. E resta in attesa del chiarimento. E aspetta.
Ma, non c’è chi sappia o non sappia, non c’è chi (non) capisca. Il soggetto che non capisce è una creatura fantastica che fa il paio con il presunto soggetto che capisce. Che cosa si capisce, che cosa s’intende? Chi capisce, chi intende? Chi sa? Quando? La mitologia del sapere, di un sapere sufficiente a se stesso, è la stessa mitologia che propone la soluzione. A proposito di un’occorrenza, di un’esigenza, la mitologia del sapere propone la soluzione da sapere, da applicare. Bisogna trovare la soluzione che valga in ogni caso e per sempre. A proposito di ciò che non sa o non capisce, ognuno, il soggetto dello standard, cerca la soluzione, vuole la soluzione, implora o pretende la soluzione. Come risposta. Soprattutto “chi non capisce” e “chi non sa”, vuole la risposta, pretende la risposta. E se c’è la fantasia che vi sia chi sa la risposta e non voglia darla, allora il soggetto si ritiene giustificato a arrabbiarsi, a vendicarsi.
Ognuno vuole la risposta senza trovarla e senza cercarla. Può la trovata giungere senza la ricerca?
Giovedì 04 marzo, L’abitudine
Contro il narcisismo, ecco l’habitus, ciò che ognuno crede di avere e verso cui si sente in debito. L’abitudine mentale, l’abitudine sociale, l’abitudine soggettiva. Quello che viene chiamato narcisismo dagli psichiatri è l’abitudine a sé, l’abitudine di sé. Un altro nome della predestinazione. (Chi “è portato”? E chi “porta”?). In tal caso, ognuno si regola su ciò che crede di avere. E converte l’idea di avere in abitudine: l’abitudine nega così la novità, la sorpresa, l’occorrenza. E soprattutto lo sforzo intellettuale necessario per trovare il modo opportuno perché l’occorrenza sia soddisfatta. Il dispositivo è senza abitudine, senza idea di sé, senza ontologia, ovvero senza avere e essere. Esige l’occorrenza; non l’impossibile, ma ciò che è necessario fare per la conclusione del programma.
Giovedì 18 marzo, La banca e la finanza. Tabù e proprietà
Le cose si dicono, si scrivono, si cifrano. Il processo di scrittura e di cifratura è interminabile. Ma, senza rimando, senza sospensione della conclusione. Ciascuna cosa conclude al piacere e l’istanza di conclusione è la finanza. Istanza finanziaria o di conclusione. La banca, allora, in questo contesto non è più un luogo dove delegare l’economia e la finanza. L’economia è l’altrove della ricerca, quindi l’istanza di scrittura della ricerca, la finanza è l’altrove dell’impresa. Altrove come oltre. Nel dispositivo pragmatico, imprenditoriale, la banca non è un luogo esterno, un tempio dove battere la cassa. La banca è nel dispositivo. E la banca è banca del piacere, in direzione quindi della conclusione. La banca non è quindi lo strumento dell’emergenza. È un elemento del dispositivo.
Giovedì 01 aprile, L’odio
Impossibile assumere il tempo e le sue proprietà. L’odio è una di queste e inadeguata è la sua caricatura transitiva di ogni forma di risentimento. L’odio originario resta intransitivo e non è sentimentale.
Giovedì 08 aprile, Superstizione e scienza nell’uso dei rimedi. La paura e lo psicofarmaco (con Stefano Grigoletto, farmacista)
La credenza più diffusa per contrastare ogni forma di malessere è quella di assumere una sostanza che contrasti il male e ripristini lo stato di benessere. Su questa convinzione, sin dall’antichità, si è sostenuta la ricerca di rimedi che potessero essere usati per alleviare il male nelle sue varie forme. Su questo è stato praticato l’uso della droga, su questo si è prodotta la ricerca farmacologica, con particolare riferimento agli psicofarmaci. Verso gli psicofarmaci spesso vi è una fiducia quasi magica, come se potessero rimediare al disagio, senza la necessità di capire e intendere di cosa si tratti. Una stessa logica accomuna l’uso della droga e l’abuso di psicofarmaci. A quali conseguenze anche drammatiche espone l’abuso di sostanze chimiche? Il disagio intellettuale è una questione articolata e complessa, non una mera questione chimica.
Giovedì 15 aprile, La paura e l’intensità
Paura è un termine generico con cui si designa l’orrore, il terrore, il panico, lo spavento, la fobia e altro ancora. Di cosa si tratta in ciò che viene chiamata paura? Come intendere la logica e la struttura della paura? La clinica della parola è essenziale. Gli umani adorano la morte e la inseguono continuamente sotto le insegne della calma, del rilassamento, del relax, e di tutto ciò che possa abolire l’intensità della vita, l’intensità della parola.
La nostra esperienza è contraddistinta dai dispositivi che s’istituivano mano a mano lungo le svolte dell’itinerario. Pulsione, tensione, stress, domanda, direzione, intensità non sono sinonimi: sono indici della tendenza originaria della parola verso la qualità. Senza ontologia, senza predestinazione, senza fatalismo. Senza soggetto.
Giovedì 29 aprile, Il narcisismo originario
Il modo comune di pensare il narcisismo è quello di combatterlo. Sorge così l’eroe, ovvero l’alternativa fra il pavido e il temerario. Combattere il narcisismo? Oppure colmarlo? Combatterlo, colmandolo? Colmare il narcisismo: questo è il compito dell’erotismo, l’erotismo dell’amore senza oggetto e l’erotismo dell’odio senza il tempo. Il narcisismo originario è essenziale al compito di ciascuno: in sua assenza il compito non si formula nemmeno. La mitologia psichiatrica lo definisce un disturbo della personalità, senza tenere conto che il vero disturbo è la prescrizione a una personalità.