- ATTIVITÀ ANNO 2012
- Il valore della vita. L’entusiasmo, l’autorità, la disciplina, l’amore
- Il valore della vita
- Cibo e erotismo
- La tentazione
- L’impresa intellettuale e la soddisfazione
- Il terremoto
- L’alleanza,la solidarietà, il patto – Prima serie
- L’alleanza, la solidarietà, il patto – Seconda serie
- Dove sta la felicità
- L’alleanza, la solidarietà, il patto – Terza serie
Nei mesi di febbraio, marzo, aprile, il giovedì, alle ore 21, presso la Sala Polivalente di via Santa Maria Assunta, 35/A, a Padova, con il patrocinio del Consiglio di Quartiere 4 Sud-Est, si tengono gli incontri dal titolo
IL VALORE DELLA VITA
Incontri con Ruggero Chinaglia
La vita e il suo viaggio non seguono la volontà, ma avvengono “per forza”. Ricordi, pregiudizi, paure impediscono questa forza e il viaggio o non si avvia o s’interrompe e non procede.
Nell’esperienza cifrematica, con l’analisi e il processo di cifratura, s’instaura un dispositivo di forza in cui può dissiparsi l’idea dell’alternativa fra positivo e negativo, con il fatalismo, il probabilismo, i cedimenti che essa trae con sé e intervenire il criterio dell’occorrenza.
Precisandosi il progetto e il programma di vita di ciascuno, senza più fantasie di predestinazione positiva o negativa, il viaggio va in direzione della qualità e le cose qualificandosi approdano al valore. Questo è il destino di ciascuna cosa che entra nel viaggio, trovando il modo opportuno. Al valore ci rivolgiamo con quello che facciamo e la salute ne è l’istanza.
Anche così, l’Associazione cifrematica di Padova offre il suo contributo alla vitalità culturale della città, con la testimonianza che viene dall’analisi quale strumento per capire, e dalla clinica come mezzo per intendere la domanda che proviene dal disagio giovanile, dalle questioni collegate al mondo del lavoro, sia per l’imprenditore sia per il lavoratore, dalla scuola con le sue necessità di formazione incessante, dalla famiglia da intendere come dispositivo.
Giovedì 9 febbraio, La famiglia
È constatabile che la famiglia, oggi, anche tenendo conto dei frequenti fatti di cronaca, (violenze, aggressioni, omicidi nei confronti dei familiari) pone delle questioni che è assolutamente necessario affrontare per procedere serenamente e senza cedimenti. Per ciascuno è necessario acquisire gli strumenti per intendere quali sono le fantasie, le superstizioni, i pregiudizi, nell’ambito della famiglia di origine, che per lo più non pensa di avere, e che fanno da sbarramento alla vita, nei suoi vari ambiti: lavorativo, matrimoniale, civile.
Giovedì 16 febbraio, La distrazione, l’impertinente
Da dove vengono le cose e dove vanno. Dove. Se il dove è spazializzato allora la creatura fantastica: il soggetto, che deve giustificare e significare il dove, è già fatto. E questo soggetto pedagogicamente può rappresentarsi come “distratto”. Distolto dalla linea di pensiero, dalla linea di condotta, dalla linea. La distrazione è proprietà del dove, della causa di godimento o dispendio, da cui procede il senso: l’impertinente. La distrazione è causa del movimento sintattico da cui procede la metafora.
Giovedì 1° marzo, Il consiglio, la consulenza
Come fare. L’indicazione intorno al modo di fare, chi può darla? Chi sa come fare? Chi è l’esperto del fare? Il professionista è forse il professionista del fare? Professionista è chi esercita la dottrina, si attiene alla dottrina, in assenza di tempo e di caso di cifra. Consulente è forse chi sa la soluzione? Chi propone la soluzione? L’idea di soluzione è l’idea della fine del tempo. Eppure 99 volte su 100 chi consulta un esperto, uno specialista, un medico, un avvocato, un commercialista va in attesa della risposta risolutrice, e anche chi è consultato esige che la sua risposta sia risolutrice: “Lei deve fare così”. Questa è la cura, questo è il modo, questa è la soluzione.
Giovedì 8 marzo, La questione donna
Il significante donna non può più essere rinchiuso entro una significato così semplicistico da farne il distributore di calore, amore, cibo erotico o sessuale. La questione donna nell’istantaneità del tempo si apre alla parola, alla scrittura, all’intellettualità. La donna come questione intellettuale, superando la superstizione della donna-oggetto e dell’uomo soggetto.
Per trovare la donna non serve scavare nel mito della civiltà occidentale o nell’iconografia del grembo materno. Occorre invece volgersi al secondo rinascimento quale orizzonte di civiltà, per il superamento della differenza dei sessi intesa come contrapposizione o fusione.
Giovedì 15 marzo, Dio
Le più comuni e diffuse proposte intorno a dio, alla sua natura, alla sua esistenza, persino, mirano a fare di dio un ente o un agente. Un giustificatore di ciò che andrebbe oltre l’umana comprensione.
La filosofia propone una versione di dio ora come causa, ora come bene. E cioè fa di dio una rappresentazione della causa che combinandosi con il bene, altro nome della relazione, il due, istituisce le religioni come codifiche della pensabilità di dio. Come pensare dio, come accedere a dio. Come amare dio, come farsi amare da dio.
Ognuno si affanna a pensare a dio, oppure a fornire un’idea di dio, la sua idea di dio. Ogni religione vorrebbe proporre la supremazia della propria idea di dio.
Di cosa si tratta in ciò che è chiamato dio? Più che interrogarsi intorno a questo ognuno punta a giustificare questo nome con una forma o con una sostanza.
Giovedì 5 aprile, L’ira
Ira, sdegno, lamentosità, arroganza, rabbia, accanimento, sarcasmo, rivendicazione: vari modi per indicare qualcosa che si situa nella domanda e va in direzione della qualità. Ma come?
Come ascoltare, come capire, come intendere ciò che entra nella costellazione dell’ira? È facile costruirvi una morale o una psicologia affidandosi alla stereotipia dei comportamenti e all’inquadramento nell’habitus di ciò che è ammesso o non ammesso. Così la mentalità diventa il metro di paragone e il giudizio entra nel merito del conformismo.
“Di chi è la colpa?”. “Con chi prendersela?”. L’ira, avallando l’ipotesi della malevolenza, esige un colpevole, da individuare, punire, eliminare. L’ira mira a punire senza mai chiedersi qual è il proprio contributo in quel che accade, senza capire ciò di cui si tratta, senza ironia, senza ascolto, senza intendimento. Senza parola. Cieca. Né sentimento, né passione, l’ira è un esempio dell’intolleranza. E di purismo intransigente. È un indice della contrapposizione presunta tra male e bene, senza apertura, senza integrazione.
Giovedì 12 aprile, Cibo e erotismo
Nel discorso comune ognuno dev’essere “soggetto”: deve essere “padrone di se stesso”, sapere cosa volere dalla vita e sapere divertirsi, cioè saper ottenere il piacere dal sesso, dal cibo e da ciò che circonda il vivere. Il tentativo di ottenere il piacere a comando, su ordinazione, subito, come vorrebbero molti, instaura l’erotismo, con il soggetto gaudente, euforico cui fa da partner il soggetto disforico. E allora, come ottenere il piacere dal cibo e dalla vita senza che ciò comporti l’erotismo? La conferenza fornirà indicazioni e proposte per capire alcuni aspetti della combinatoria di cibo e erotismo, entrando anche nel merito di varie questioni, tra cui, per esempio: “Meglio grasso o meglio magro?”, i peccati di gola, l’appetito, la fame, la golosità, l’anoressia, il cibo afrodisiaco, “le intolleranze”, e altro ancora, per una differente lettura e articolazione delle questioni alimentari, indicando la portata intellettuale del cibo.
Giovedì 19 aprile, Formazione e terapia
Nessuno può considerarsi arrivato, dal professionista a chi occupa una posizione lavorativa che sempre meno può considerarsi stabile e definitiva. Nel mondo del lavoro non sarà più previsto il posto fisso, dati i mutamenti congiunturali e globalizzanti. Ciò determina un’esigenza costante di aggiornamento e arricchimento intellettuale proprio per poter cogliere le opportunità che si presentano nel tempo. Si parla oggi di formazione continua o permanente come di un aggiornamento o un addestramento che prevede un “erogatore” e un “fruitore”. La formazione nell’esperienza della parola che va in direzione della cifra esige un dispositivo costante in cui ciascuno che vi si trova giunge al valore e alla soddisfazione in quello che fa. Non un percorso a ostacoli, non un concorso a premi, ma l’integrazione dell’esperienza nell’intellettualità che non ha prezzo e non si svende. E la terapia non presuppone che ci sia qualcuno da guarire o su cui applicare un insieme di provvedimenti o metodiche prestabilite che dovrebbe portare a un risultato standard. E’ invece un effetto della ricerca senza fine che si apre all’inaspettato, all’inedito, all’Altro. Spesso si fa corrispondere l’imprevisto all’indesiderato. Ma, l’opera d’arte è un imprevisto, l’idea nuova è imprevedibile, così come l’invenzione ha come condizione l’assoluto, senza i limiti imposti dalla prevedibilità. “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza”. E come s’instaurano virtù, sapere, verità e valore della vita? Di quali acquisizioni incessanti abbisognano? Come ci si “forma” a questo? Come s’instaura la terapia senza l’idea di liberazione dal male? Come avviene “l’altra vita”, con un altro modo del ragionamento, con ciò che Machiavelli chiamava il capitale dell’esperienza?
Giovedì 10 maggio, Il valore. Come
Quanti e quali sono i compromessi che impediscono la riuscita? Ogni compromesso si frappone alla riuscita. La stessa nozione di compromesso nega e toglie la solitudine che è condizione che l’atto proceda in direzione della sua scrittura e della valorizzazione. Il valore non assegna un prezzo, non assegna un equivalente generale per cui possa darsi scambio senza equivoco, menzogna e malinteso. Lo scambio ha per sua sede la parola, il suo funzionamento, la sua struttura. Nello scambio, l’esagerazione è strutturale: come può la cosa, la parola stare nei confini presunti del suo essere? La vendita procede dal valore, dalla sua instaurazione. E la comunicazione esige che la vendita sia in atto. Quale comunicazione può instaurarsi se il valore è negato, tolto o escluso?
L’esperienza della valorizzazione è senza dimostrazione, senza giustificazione, senza condivisione.