Da giovedì 3 giugno 2004, alle ore 21,00, nella Sala Ex Chiesa delle Zitelle, in Via Ospedale 26, a Padova, organizzate dall’Associazione cifrematica di Padova, con il Patrocinio del comune e in collaborazione con l’ università internazionale del secondo rinascimento, si tengono le conferenze con dibattito, dirette dal dott. Ruggero Chinaglia, medico, psicanalista, cifrematico, sul tema
LA SCIENZA NUOVA – prima serie
Questa nuova serie d’incontri con il pubblico diretti dal dott. Ruggero Chinaglia si rivolge alla formazione e all’aggiornamento intellettuale per chi opera in differenti settori della società, in particolare integrando, in questo caso, elementi riguardanti l’impresa, la banca, la finanza, la medicina, l’educazione. In ciascun dispositivo si tratta infatti della direzione, della lucidità, della scommessa intellettuale, della soddisfazione, della qualità.
Giovedì 3 giugno, Il brainworking e la clinica
La piega che ciascuna cosa incontra procedendo nella qualificazione è proprietà dell’Altro. Da cui l’impossibilità della casistica, della statistica, della serialità, della significabilità del segno, della sua prevedibilità. Da cui il racconto e la narrazione. Il sogno e la dimenticanza. Importa la lezione, la sezione secondo la logica della nominazione. Di questo si tratta nella questione intellettuale che va dalla libertà del principio della parola, alla libertà intellettuale, alla cifra della parola. Non c’è solo la ricerca nell’itinerario cifrematico. Essenziale è anche il fare. E quindi, nell’integrazione si tratta della ricerca che si scrive e del fare che si scrive. Non si può trascurare né il compimento della ricerca, legge e etica, né il compimento del fare, la clinica. Senza ciascun compimento la cifratura è bloccata. Ecco quindi il brainworking: il lavoro della mano intellettuale. Mano che non si oppone al cervello, anzi lo integra. La nostra esperienza si trova a questo punto, a un’altra svolta.Varie svolte hanno caratterizzato il corso e la storia di questi trent’anni del movimento cifrematico, ciascuna volta in direzione della qualità dell’esperienza.
Giovedì 10 giugno, Il cervello dell’impresa
Quelle che vengono chiamate nel gergo corrente le “risorse umane”, nelle aziende, nelle banche, nelle assicurazioni e altrove, rispondono in realtà a un antropomorfismo ideale sul modello di un automa. Sullo schema del rendimento termodinamico applicato a una macchina ideale, senza cervello, le “risorse umane” debbono inseguire la prestazione ideale per “ottimizzare” l’azienda. Ciò di cui non viene assolutamente tenuto conto è l’humanitas, senza cui non s’instaura il lavoro intellettuale e, quindi, l’efficacia. L’esperienza di associazione è indispensabile per elaborare e acquisire gli strumenti del brainworking intellettuale, perché intervenga nell’itinerario intellettuale di ciascuno la teorematica e l’assiomatica, ossia l’instaurazione della parola originaria.
Giovedì 17 giugno, Come decidere
Ciascuno si trova costantemente nella necessità di decidere: quali studi intraprendere, quale formazione, quale mestiere o professione fare, quali indicazioni dare agli allievi, ai figli, ai colleghi, ai collaboratori, ai dipendenti. Il dover decidere è spesso motivo di apprensione, d’inquietudine con ripercussioni anche sulla salute. E spesso viene posto rimedio rimandando o delegando. Come mai è così difficile decidere? Che cosa è in gioco?
Giovedì 24 giugno 2004, La lucidità. Quale direzione
L’annunciazione si definisce nell’originarietà dell’atto. L’atto di parola è atto di annunciazione. Nell’annunciazione l’umiltà, la generosità e l’indulgenza dispongono la parola in direzione della sua cifra. Senza soggettività. Senza conoscenza. Senza sistema di riferimento. Senza abitudine. Senza la cura di sé o dell’Altro: pertanto, senza relazione sociale. Questo vuole dire relazione sociale: la conoscenza di sé e dell’Altro e il conseguente sistema dei rapporti, delle previsioni, delle significazioni.
Giovedì 1 luglio 2004, Il processo di valorizzazione
L’analisi come teorema indica l’avvenuta dissipazione del fantasma di origine, della sua credenza, della sua immaginazione. Senza l’analisi come teorema il vittimismo si alimenta dell’anfibologia schiavo/padrone.
Dall’analisi come teorema prende avvio il processo di valorizzazione.
Giovedì 8 luglio 2004, La ricchezza e il profitto
Di cosa si tratta nel profitto? Per un verso è indice del progetto, quindi indice della pulsione, per l’altro è anche indice dello sforzo, dello sforzo intellettuale, cioè è indice del fatto che non c’è l’accesso diretto alla parola, alla parola originaria; non c’è l’accesso diretto alle cose, perché le cose non sono tali, non sono nell’ontologia. Sono tante, infinite. E quali, quali importano per il mio progetto? Quante e quali. E il processo di qualificazione esige la ricerca, lo sforzo, il fare, dunque esige dispositivi; non già l’attesa che il destino si compia, ma dispositivi per l’intrapresa. L’idea che le cose finiscano impedisce di fare e, dunque, impedisce il profitto, perché il profitto segue il fare, non viene prima. Il profitto è profitto intellettuale e non segue il principio del piacere.
Giovedì 15 luglio, Patrimonialità e dispositivo finanziario
Parlare indica che la parola è secondo l’idioma e tende a precisare il suo valore. Valore ignoto, di cui non c’è conoscenza. Tolto l’avvenire, la sua istanza, la parola sarebbe senza valore e risponderebbe all’ontologia delle cose. Il processo di valorizzazione avviene perché qualcosa, quella cosa, ciascuna cosa entra in una struttura – narrazione, racconto – in cui non è mai stata e che per questo è originaria.
Giovedì 22 luglio, Come concludere una trattativa
La trattativa sta nel dispositivo della parola. Senza il principio della parola, senza le sue virtù, la trattativa diventa trattamento. Trattamento dell’Altro, una volta espunto, cioè fatto significare il bene o il male. Allora l’Altro viene trattato “come si deve” o “come si può” e la trattativa finisce. Nel discorso comune ciò che viene chiamato trattativa è, in realtà, dialogo o conflitto. La trattativa esige l’altra lingua e la lingua diplomatica, lingua dell’intervallo, lingua senza rappresentazione, presentificazione dell’Altro. La trattativa è pulsionale e è secondo l’idioma. Occorre distinguere l’Altro dall’interlocutore e da chi si trova in una trattativa. Così come occorre distinguere l’offerta dalla proposta e dalla richiesta: allora può istituirsi un dispositivo finanziario e concludersi con l’instaurazione di una collaborazione o di un’intrapresa.
Giovedì 29 luglio 2004, L’integrazione, l’annunciazione, l’obbedienza
L’integrazione, nell’accezione del canone occidentale, risente dell’assenza d’integrità del discorso, e viene intesa come ricostruzione dell’unità perduta, in un processo che va dal frammento all’unità. Sia in matematica, in cui il termine designa il processo al limite, con il quale si determina l’entità di una grandezza, come somma delle parti infinitesimali assunte in numero sempre crescente; qui l’intero è sempre ideale e mai raggiunto e il modo è quello della sommatoria; sia in biologia, in cui il termine designerebbe il grado di unità fra le varie parti di un organismo, inteso come l’unità da costituire, e, in questo senso indicherebbe anche il grado di dipendenza delle varie parti, una dall’altra; sia in psicologia in cui il termine designerebbe il grado di unità o, anche, di organizzazione della personalità; sia in sociologia, in cui indicherebbe il grado di organizzazione sociale delle sue varie componenti. Nelle varie discipline, l’integrazione interviene come supporto di un fantasma evolutivo in cui vi sarebbe il passaggio da uno stato indifferenziato, amorfo a uno stato differenziato, unificato. L’unificazione, cioè il processo di ri-costruzione dell’intero, procede dall’idea della disgregazione, della rottura, della scissione, quindi da un’idea di degradazione e nella riunificazione con insita un’idea di purificazione. È la sintesi gnostica, né più né meno. L’integrità quale “virtù del principio ” indica che non c’è aspetto della parola che ne sia privo. E quindi sia per quanto attiene la logica e sia per quanto attiene la struttura, l’integrazione è una proprietà della procedura della parola: le cose procedono dall’apertura secondo l’intero e secondo la particolarità e non formano unità, non si riuniscono, non si sommano.