Giovedì 24 marzo 2011, alle ore 21,00 in collaborazione con l’Associazione Psicanalitica Italiana e con l’Università internazionale del secondo rinascimento e con il Patrocinio del Comune di Padova, in presentazione del libro di Thomas Szasz, La mia follia mi ha salvato. La follia e il matrimonio di Virginia Woolf, edito da Spirali, nella Sala Anziani di Palazzo Moroni a Padova, si tiene il dibattito dal titolo
VIRGINIA WOOLF E LA QUESTIONE DONNA
introduzione al dibattito di
Susan Petrilli, docente di semiotica all’Università di Bari
(Susan Petrilli ha tradotto e curato il libro)
contribuiscono al dibattito
- Ruggero Chinaglia cifrematico, psicanalista
- Margherita De Michiel, semiologa, docente all’Università di Bologna
- Augusto Ponzio, filosofo, docente all’Università di Bari
Il libro esplora la vita di Virginia Woolf ricostruendo la vita privata della scrittrice inglese nei suoi rapporti con l’ambiente familiare, con gli amici e gli intellettuali, con il marito Leonard, con la psichiatria dell’epoca e anche con Freud. Thomas Szasz affronta intellettualmente la questione della credenza nella “malattia mentale” e la crescente omologazione in atto nella società che non tollera l’anomalia e tenta di contenerla attraverso classificazioni e etichettature. Egli sostiene che la “malattia mentale” non esiste come oggettiva condizione patologica da curare, esistono invece comportamenti socialmente accettati o no. Il caso di Virginia Woolf offre l’occasione per dibattere sulla questione donna, perché solo l’elaborazione di tale questione e la dissipazione dei luoghi comuni, consente alla società di non essere più segregativa nei confronti della donna, cui sarebbe richiesto di omologarsi, pena la demonizzazione o l’emarginazione in vari modi.
Thomas Szasz, tra i massimi esponenti della psichiatria mondiale, da oltre cinquant’anni conduce battaglie scientifiche per sensibilizzare sui pericoli derivanti dall’abuso di psicofarmaci e dalla pratica dell’internamento coatto negli ospedali psichiatrici. È tra i fondatori della Citizens Commission on Human Rights che in suo onore ha istituito il Thomas Szasz Award per la difesa delle libertà civili.
Susan Petrilli, nata a Adelaide, in Australia, è professore di Filosofia e Teoria dei linguaggi all’Università di Bari, dove insegna Semiotica, Semiotica della traduzione e Semiotica dei media. Fa parte della Scuola di dottorato in Scienze Umane della stessa Università. Ha contribuito con monografie, traduzioni e libri all’interpretazione e alla diffusione a livello internazionale delle teorie semiotiche e linguistiche di Victoria Welby, Charles S. Peirce, Charles K. Ogden, Charles Morris, Giorgio Fano, Ferruccio Rossi Landi e Thomas A. Sebeok. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti accademici internazionali, tra cui il 7th Thomas A. Sebeok Fellow of the Semiotic Society of America nel 2008, uno dei titoli più prestigiosi conferiti da tale istituzione. Per Spirali ha curato la traduzione dell’opera di Thomas A. Sebeok, A sign is just a sign. La semiotica globale (1998) e la monografia, in collaborazione con Augusto Ponzio, I segni e la vita. La semiotica globale di Thomas A. Sebeok (2002).