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LA RIVOLUZIONE DELLA SESSUALITÀ

LA RIVOLUZIONE DELLA SESSUALITÀ

  • On 17 Febbraio 2025

Prende avvio giovedì 20 febbraio 2025, alle ore 21:00, nella Sala Caduti di Nassiriya, in Piazza Capitaniato 20, sotto il Vòlto dell’Orologio, a Padova, organizzati dall’Associazione Cifrematica di Padova, con cadenza settimanale, la serie di dibattiti diretti dal dott. Ruggero Chinaglia, analista, cifrematico, psichiatra, dal titolo

LA RIVOLUZIONE DELLA SESSUALITÀ

Questi dibattiti propongono un contributo civile alla questione sessualità, tenendo conto dell’esperienza cifrematica, esplorando cosa “usualmente” e comunemente è chiamata sessualità e come invece interviene per ciascuno vivendo.
Della “sessualità” è spesso inseguita una versione corretta, presunta naturale o innata, comune, prescrivibile, cui adeguarsi secondo i generi, cui segue l’attribuzione alla sessualità di svariati problemi. E così la “sessualità” è spesso archiviata come attributo della relazione umana, nell’idea di androgino, in un’alternativa fra rispetto e stupro, fra violenza inferta e violenza subita, riducendola all’applicazione di un “buon costume”.
Ne è proposta una versione demonizzata e organicista, legata a un’idea del corpo ritenuto proprio o altrui di cui immaginare o credere di potere fare uso, consacrandone un tabù, come per lo più avviene.
Si pone per ciascuno, invece, la questione sessualità con i suoi modi, con il suo processo linguistico, con le esigenze, le istanze, le domande, le sensazioni, le proprietà che indicano una questione ampia, differente e varia che non può entrare in una definizione che la delimiti.
La questione sessualità sta nel terreno della parola, nell’humus e nell’humanitas, nell’indulgenza, nel rischio e nell’azzardo dell’incontro, nella scommessa inerente la riuscita e la qualità della vita.

Calendario

Giovedì 20 febbraio, L’ENIGMA DELLA SESSUALITÀ

Testimonianza dell’esplorazione intorno alla sessualità, ai suoi modi e alla linguistica con cui si enuncia, avvenuta in oltre cinquant’anni di esperienza cifrematica.
Ciò che è presunto noto e saputo intorno alla sessualità risulta travolto dall’esperienza della parola. E vana e fatua risulta la propaganda di un modello di sessualità che prescriva a chiunque o a ognuno di collocarsi nella casella precostituita di una presunta padronanza e identità sessuale. Non c’è chi possa dare un proprio orientamento alla sessualità, che esige generosità, indulgenza, accettazione della vita.
Resoconto
Ponendo l’accento sulla struttura della sessualità, il relatore ha illustrato alcuni elementi della sua esperienza che consentono un altro intendimento della sessualità rispetto alla vulgata che ne fa un aspetto del comportamento umano finalizzato alla riproduzione e alla ricerca del piacere. A detta del relatore nulla ha a che fare la sessualità con il comportamento né con la necessità biologica o sociale del mantenimento della specie. È questo il criterio con cui la sessualità può essere definita e giudicata, entrando in un’alternativa.
Si tratta invece, quanto alla rivoluzione della sessualità, della forza con cui ciascuno riesce a compiere il programma di vivere soddisfacendo le esigenze specifiche. Così, la sessualità risulta essenziale per la qualità della vita. E importano gli elementi costitutivi.
Ma, l’accoglimento della sessualità non è scontato, infatti molti accadimenti che comportano fallimenti ricorrenti, deroghe al compimento di progetti e di programmi, disturbi, giustificazioni, alibi rispetto alla riuscita si possono valutare come tabù della sessualità; non ultimi i casi di femminicidio e omicidio che sono da considerare casi di tabù della sessualità.
Per il relatore, i casi di femminicidio sono i corrispettivi della messa al rogo delle streghe, in altra epoca.

Giovedì 27 febbraio, LA FIABA DI AJASE’ E IL MITO DELLA MADRE

Il dibattito è introdotto dalla dott.ssa Sabrina Resoli, insegnante, ricercatrice.
In questo secondo appuntamento sarà esplorata in particolare l’importanza del mito della madre a proposito della sessualità, senza cui sorge il fantasma di matricidio e d’incesto con varie conseguenze e negatività, fra cui ciò che è definito impotenza e frigidità. Ciò trae all’evitamento della sessualità a favore dell’erotismo e dell’edonismo.
Queste e altre questioni saranno dibattute avvalendosi anche della lettura del libro dello psicanalista giapponese K. Okonogi, Il mito di Ajasé e la famiglia giapponese, edito da Spirali. Il mito di Ajasé è molto importante per la combinazione fra la famiglia e la sessualità, in Giappone, in direzione della riuscita.
Resoconto

La relatrice ha esplorato e qualificato differenti questioni, tra le quali il rancore, l’affrontamento, la vendetta, la moratoria, il sintomo.
La moratoria, per esempio, ha numerosi esponenti tra i giovani che interrompono o abbandonano gli studi, tra coloro che hanno come slogan il “diritto alla felicità” o che cercano lavoro solo tra ciò che è ritenuto piacere, in una anticipazione del piacere considerato noto e localizzabile, e non si dispongono a incontrarlo come effetto pragmatico.
Rancore, affrontamento, vendetta negano il mito della madre e quindi la sessualità a favore della specularità e della reciprocità. La sessualità non è naturale ma è qualcosa che s’instaura perché è il contributo della differenza e della variazione, un contributo dell’arte e della cultura alla vita. La sessualità è trovare il modo opportuno per compiere ciò che occorre, senza l’idea di fine. Di Fernanda Novaretti.

Giovedì  6 marzo, IL CASO DI QUALITÀ ARMANDO VERDIGLIONE

Con intervento introduttivo di Giancarlo Calciolari, poeta, scrittore, ricercatore in scienza della parola e laureato in Psicologia.
Armando Verdiglione ha inventato la cifrematica, scienza della parola originaria e fondato l’esperienza cifrematica dove quel che conta è la domanda particolare di ciascuno che esige l’esplorazione linguistica, l’ascolto e il suo rivolgersi alla qualità. Questa esperienza, un’assoluta novità, offre i termini per l’attuazione del progetto e del programma di vita, approdando al caso di qualità.
Il testo, il progetto culturale artistico e scientifico del secondo rinascimento, i dispositivi, la scrittura, la clinica senza pazienti e senza psicopatologia, l’impresa libera e senza assistiti, l’edizione, la restituzione in qualità sono alcune delle questioni che il caso Armando Verdiglione propone.
Questo dibattito è un granello per intendere come il caso Armando Verdiglione sia caso di qualità, cioè riguardi non solo il suo protagonista, ma in vari modi contribuisce alla vita di ciascuno, risultando essenziale alla rivoluzione della sessualità.
Se per ciascuno s’instaura il caso di qualità, allora c’è la chance della riuscita, della gioia e dell’allegria della vita.
Resoconto

L’oratore si è soffermato intorno al cominciamento del movimento fondato da Armando Verdiglione nel febbraio 1973, quando ancora il lessema “cifrematica” non era stato inventato, riferendo che da subito il movimento si è caratterizzato per l’organizzazione di congressi internazionali multisettoriali, per la vastissima produzione letteraria e editoriale di testi di dissidenti editi dalla
casa editrice Spirali fondata con altri giovani intellettuali, per l’istituzione di seminari e corsi di formazione e altri vari e differenti dispositivi della parola.
Il relatore ha anche sottolineato come la scommessa intellettuale di Armando Verdiglione sia vivere senza il gravame dell’idea di fine del tempo e che la domanda di ciascuno si avvia dall’ignoranza e non dalla conoscenza. Questa proposta, che sembra paradossale, offre la chance a ciascuno per l’approdo al caso di qualità. La parola “è” la vita, senza calunnia, senza condanna, senza alternativa.
Nell’esperienza cifrematica, c’è la chance di dissipare l’idea di uguale e di genealogia, di padronanza e d’imperio con il loro carico di pena e penitenza e di rivolgere la ricerca e l’impresa verso la riuscita.
Ricco è stato il dibattito che ha proposto varie angolature del caso di qualità Armando Verdiglione, che con la scrittura, con le sue proposte, con la sua testimonianza contribuisce, con il suo granello, alla civiltà planetaria. Di Giampietro Vezza.

Giovedì 13 marzo, LA FAMIGLIA IDELAE E LE SUE LUSINGHE

Quarto appuntamento introdotto dalla dott.ssa Fernanda Novaretti, ricercatrice.
La famiglia nella parola non è la famiglia naturale con i suoi personaggi genealogici, che dovrebbero significare il luogo dell’origine, con gli alibi relativi. Padre, figlio, madre sono statuti intellettuali nomadi della famiglia intesa come traccia della particolarità della parola, traccia dell’interdizione linguistica.
La famiglia procede dalla relazione assoluta, che non è la relazione interpersonale, ma il modo dell’apertura. Allora la sessualità ha la chance di instaurarsi senza tabù, senza riserve, senza remore.
La prescrizione odierna, invece, è di conoscersi, di conoscere i propri limiti, di sapere “come si è” per regolarsi, conformarsi e di conseguenza stabilire in anticipo quel che si potrebbe fare o non si sarebbe in grado di fare. È la prescrizione all’immobilismo e al fatalismo, che si enuncia per esempio con: “Io sono fatto così! Posso fare solo questo”.
Nella circostanza sarà presentato il libro dello scrittore triestino Stelio Mattioni, Il mondo di Celso, edito da Spirali.
Resoconto

Il dibattito è stato introdotto dalla dott.ssa Fernanda Novaretti, ricercatrice, con la sua lettura analitica del libro di Stelio Mattioni, Il mondo di Celso, edito da Spirali, che ha esplorato la fiaba, ivi contenuta, della credenza nella famiglia genealogica, con l’idea di predestinazione che vi si associa, e che instaura il rimando e l’idea di esenzione da ogni ipotesi pragmatica, quali implicazioni sulla sessualità. In assenza del mito della famiglia, negando la famiglia come traccia dell’interdizione linguistica, ognuno erige la sua prigione, si avvilisce in paragoni e confronti fantasmatici e si fa capro espiatorio della vita che non si merita, in un costante senso di debito. L’esplorazione del ghénos familiare consente di accogliere la domanda, senza alternativa, in direzione del suo compimento. La sessualità esige la domanda e il suo corso, in assenza di cui risulta problematica.

Giovedì 20 marzo, LA DOGARESSA

Alle ore 17,30, nella Sala della Biblioteca Civica del Centro Culturale San Gaetano, in Via Altinate, 71, avviene la presentazione del libro di Maria Antonietta Viero

LA DOGARESSA, Arsenio Edizioni.

Il libro, fresco di stampa, è l’ultimo della poetessa e romanziera Maria Antonietta Viero, esponente del Movimento cifrematico internazionale, menzione speciale al premio Letterario Internazionale Camaiore 2023 e inserita anche nella raccolta curata da Nicola Crocetti e Massimo Recalcati Non a tè nudo amore. Poesie d’amore scelte.

L’autrice dispone le parole su carta, secondo un originale poetica narrativa, di grande eleganza e suggestione.

Intervengono: Ruggero Chinaglia, Vincenza C. Donvito, Loretta Pasquato, Giuliano Pisani, Maria Antonietta Viero.

Resoconto

In questo libro la prosa e la poesia s’intrecciano. Non è scrittura di sé, non è scrittura del ricordo. È scrittura che, nella trasposizione di elementi di vita, trova la via della prosa e della poesia, che non sono tra loro alternative. È stato sottolineato nel ricchissimo e avvincente dibattito, che ha mantenuto il pubblico in sala fino alla conclusione, che questa scrittura dell’esperienza incontra la prosa come esigenza narrativa della memoria e la poesia come arte e invenzione del malinteso. E del malinteso c’è una restituzione con la questione madre. Questo avviene in una lingua incontrollabile, la lingua dell’infantia, che non consente di padroneggiare la parola, tra afasia e alingua. È la lingua che non descrive, ma narra, indica, allude e lascia al malinteso il compito di condurre il lettore altrove. Senza concetti e senza soggetti.
Maria Antonietta Viero ha rivolto l’invito a ciascun lettore di non di cercare di capire cosa voglia dire l’autore o quale sia “il fatto” creduto certo, ma “di lasciarsi condurre dalla musica della memoria, che interviene leggendo”. Di Fernanda Novaretti

L’autrice, esponente del Movimento cifrematico internazionale, ha raccontato come il libro che consta di un racconto e 29 poesie, tra prosa e poesia esplori il mito della madre, indice del tempo e del malinteso, e la questione dall’annunciazione nella parola: Maria, madre senza genealogia, accoglie l’Angelo che annuncia qualcosa di inedito e di inaudito. La madre è senza conoscenza, e il figlio non è un bambino in quanto, senza la conoscenza, non c’è più significazione della differenza.
Con gli interventi di Vincenza Donvito, Giuliano Pisani e Ruggero Chinaglia, che hanno interloquito con l’autrice oltre a fornire la testimonianza della lettura del testo, in un dibattito ricco e avvincente per il pubblico, vi è stata anche la lettura di alcune pagine del libro da parte di Loretta Pasquato.
Particolarmente gradita dal pubblico la lettura della poesia Carta sull’acqua, una vera e propria piece teatrale, racchiusa in poche pagine, ricca di suspence, intorno a un’illusione che fornisce lo spunto della narrazione dell’accoglimento dell’Altro, ospite inaspettato ma gradito. Di Giampietro Vezza

LA RIVOLUZIONE DELLA SESSUALITÀ

L’ingresso è libero.

Per info scrivere a ruggerochinaglia@infinito.it o tel. 049 656218


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