IL BELLO DELLA CURA. RAGIONI E DIRITTI DELL’ALTRO
- On 4 Aprile 2024
- Flora Tibò, Ruggero Chinaglia
Martedì 9 aprile, alle ore 21,00, nella Sala della Biblioteca civica, in Via Roma, 20 a Noventa Padovana, organizzato dall’Associazione cifrematica di Padova con il Patrocinio del Comune, Ruggero Chinaglia, cifrematico, medico, analista, tiene la conferenza dal titolo
IL BELLO DELLA CURA. RAGIONI E DIRITTI DELL’ALTRO
Introduce
Flora Tibò, Assessore alla Cultura del Comune di Noventa Padovana.
Come vivere, come fare perché la domanda non si chiuda, come tendere alla riuscita senza cedere alle sirene della facilità, della volontà, del benessere, della padronanza, della comunanza, della vita rilassata nel mimetismo della morte.
Nell’esperienza cifrematica, la cura non assume la millenaria lotta del bene contro il male. Questa lotta, tramandata dagli antichi riti misterici e sorta con essi, esigeva i sacrifici per propiziare la benevolenza della divinità, per tentare di sconfiggere il nemico supremo, la morte. Non sembrano neanche trascorsi millenni da allora.
La guerra alla morte è ancora il fine ultimo di ogni cura odierna, che si situa nell’alternativa fra la vita e la morte, una superstizione che mira alla fine della fine. Ma, non è questa la sola accezione di cura; non è in nome della guerra al male, alla malattia, alla morte che la cura può trovare la sua efficacia.
La cura non ha il compito di debellare alcunché. Debellare è il verbo che indica la guerra che sconfigge il nemico: bellum, per i latini, era la guerra, che doveva sconfiggere il nemico in modo definitivo e bellum iustum la guerra che doveva ristabilire il giusto bilancio fra hostia, le vittime sacrificate e inimicus, il male totale.
La cura non è conoscere il nemico, il male, la malattia mortale o di morte, per liberarsene. Né è cura assumere il compito di debellare, cioè di portare a morte, quale che sia il nemico. Come stabilire qual è il nemico, come individuare dove si annida. Come stanarlo. Queste sono le cause e i motivi, le premesse e il fine di ogni guerra.
Mai la cura può instaurarsi sul mantenimento dell’alternativa fra amico e nemico, fra la vita e la morte, in nessun caso può essere applicata, esercitata in nome della vita comune e standard.
La cura è il timone della vita in direzione della qualità, del valore, della riuscita e la sua efficacia esige le ragioni e i diritti dell’Altro. Esige la battaglia per la salute, l’istanza del caso di qualità.
L’ingresso è libero
Per ulteriori informazioni scrivere a ruggerochinaglia@infinito.it o tel. 049 656218