Da giovedì 10 novembre 2016, alle ore 21, nella Sala di Palazzo Eurobuilding, in Largo Europa, 16 a Padova, comincia l’équipe cifrematica diretta da Ruggero Chinaglia dal titolo
IL CORPO E LA SCENA. LO SPIRITO. LA SESSUALITÀ. UN’ALTRA ERA SI ANNUNCIA
Il corpo e la scena. Lo spirito, la sessualità, sono elementi costitutivi della cifrematica che è procedura ed esperienza in cui interviene la nominazione. Sono numeri della parola. Che esige testimonianza di contributo all’altra era che si annuncia, nonostante l’epoca. In uno scenario di dispositivi di impresa e di vita, che non può essere l’apparato sociale o burocratico. La testimonianza esige la lingua, ma di quale lingua di tratta ?
Calendario
- Giovedì 10 novembre, IL DISCORSO TECNOLOGICO, LA PSICHE, LA MENTALITÀ CONTRO L’HUMANITAS
- Giovedì 17 novembre, LA QUESTIONE APERTA
- Giovedì 24 novembre, CORPO E SCENA E LA TEOREMATICA DELL’ORIGINE E DELL’ALTRO
- Giovedì 1 dicembre, CORPO E SCENA E LA VITA ALTRA. QUALE MENTE E QUALE PSICHE PER VIVERE
- Mercoledì 7 dicembre, IL CORPO E LA SCENA E PARLARE SENZA L’IDEA DI SALVEZZA. LA DIREZIONE DELLA SALUTE
- Giovedì 15 dicembre, LO SPIRITO E LA CLINICA
- Giovedì 22 dicembre, SPIRITO, SPIRITUALISMO, SPIRITUALITÀ. LA CLINICA
Per partecipare, occorre rivolgere domanda al direttore dell’équipe.
Per ulteriori informazioni, scrivere a associfrematica@gmail.com oppure telefonare allo 049 656218.
Giovedì 10 novembre, Il discorso tecnologico, la psiche, la mentalità contro l’humanitas
Qual è la lingua in cui interviene la nominazione, la parola senza economia, la combinatoria imprevedibile che se ascoltata produce qualcosa di nuovo, effetti di senso, sapere, verità. La parola che garantisce di poter vivere senza un apparato sistematico dove inizio e fine sono già dati. Nell’apparato, si tratta di vivere senza il tempo, e nell’epoca, in nome della tecnologia, dell’idea di progresso, la parola è tolta, diviene disturbo, diviene “il” disturbo. Così il transumanesimo, le neuroscienze, la psiconeurobiologia, sono l’altro nome del codice comportamentale privo di progetto e programma di vita, con la promessa del miglioramento del cosiddetto “genere umano”. Questa la promessa del fine tecnologico, togliere il tempo, quindi la parola, per fine di bene. Noi siamo qui per via di domanda. Questi sono i termini della candidatura alla qualità.
Giovedì 17 novembre, La questione aperta
La particolarità della parola non è una sola, ma non è possibile farne l’elenco e applicarle al viaggio. Non c’è elenco, non c’è lista, c’è l’esperienza senza la conoscenza. L’esperienza non è ripetibile, e non è possibile sperare in una psicologia, in una dottrina o disciplina della parola. Qualcosa, accadendo, indica la particolarità post-litteram e non ante-litteram. Questo indica il modo della parola : qualcosa accade, s’inscrive nell’esperienza e diviene memoria in atto, non conoscenza. Conoscibile è l’opera morta. La questione particolare, intellettuale, procede dalla questione aperta. Questione che non postula il modo di fare ma lascia trovare il modo. Se la questione aperta non è accolta, il modo è prescritto, postulato. E il sistema è impostato non sul progetto che trova il modo, ma sulla via codificata. Procedendo dall’apertura, la pulsione è qualcosa che contrasta le leggi termodinamiche che prevedono l’equilibrio, è forza inesauribile che senza bisogno di risparmiarsi, senza contenimenti, segue le vicende della domanda. Cosa dire dell’economicismo dell’epoca che prescrive il compromesso, la mediazione, la conciliazione, se il dispendio è l’altro nome del godimento ?
Giovedì 24 novembre, Corpo e scena e la teorematica dell’origine e dell’Altro
Le ideologie dell’epoca promettono di togliere la domanda, quindi la parola, applicando lo schema che ritiene le cose provenire da una origine comune e andare in una stessa direzione. Le cose invece procedono dal due, da corpo e scena, che non è un luogo o uno spazio, non è il luogo dell’origine, non è rappresentabile. Corpo e scena sono l’indice dell’apertura, dentro-fuori, ossimoro senza alternativa, che invece si istituisce quando corpo e scena sono sezionati, ossia “corpo o scena”. Le cose procedono dal due e per capirle occorre capire ciò che causa la domanda, l’oggetto della identificazione non rappresentativa che la cifrematica ha definito il sembiante, struttura del transfert, irrappresentabile, incollocabile, punto vuoto. La questione intellettuale è questa, affrontare questa struttura, e tendere alla cifra dell’istanza specifica, per via di metafora, metonimia e catacresi. Per via di instaurazione di dispositivo pragmatico che non ha il tempo contato, non va a colpo sicuro, esige la prova, il modo opportuno che non è mai quello della volta precedente. Per via di gerundio, tempo dell’avvenire. Provando, insistendo.
Giovedì 1 dicembre, Corpo e scena e la vita altra. Quale mente e quale psiche per vivere
L’esperienza di parola non è esperienza di comodità ma disposizione ad accogliere gli indici che il lavoro analitico dispensa nel cammino e nel percorso. Analizzare ciò che accade vuol dire sovvertire le abitudini per le quali tutte le negatività hanno trovato la compiacenza per avvenire e prendere il sopravvento, quando è stata accettata la mediocrità. Ciascuna domanda, indica che sistema del sapere non è sufficiente per l’istanza intellettuale, istanza di vita. Il sistema del sapere è tale in quanto dovrebbe prevedere ciò che inquieta, e rassicurare sulla fine. Come sapere sulla vita se la vita è “a venire”? Come rivolgersi alla vita e non al presunto sapere di genere che è già idea di fine vita ? Ciò che conta della vita è ciò che verrà non ciò che è stato, vita nella accezione di vivenza, vita in atto non vita di genere. E della vita in atto non c’è conoscenza.
Mercoledì 7 dicembre, Il corpo e la scena e parlare senza l’idea di salvezza. La direzione della salute
La salute è senza riferimento al salvatore, la cui idea istituisce la vittima permanente che quando rivendica ricatta, e ogni interlocutore diventa salvatore, apparato rivendicativo, farmacologico, che etichetta le diagnosi sul sintomo. L’azzardo è respinto, in quanto associato al pericolo. Ma l’azzardo è della cura, che è cura intellettuale. La parola è materia intellettuale e parlare non è secondo intenzione o volontà, secondo l’epistemologia, discorso comune, prima e dopo, inizio e fine. Non c’è primato o finalismo di qualcosa. Parlare è l’inconscio. E non c’è parlare sull’inconscio, parlare sul parlare. Parlare è senza metalinguaggio.
Giovedì 15 dicembre, Lo spirito e la clinica
L’esperienza di parola esige il suo modo, la dissipazione della credenza. Quando una fantasia anziché essere analizzata, è creduta, ci si trova tra credenti, nell’idea di sé, nella fiaba di sé. E la dissipazione del fantasma materno, fantasma di fine non è automatica, esige la domanda. Insistenza e costanza di domanda. Con il lavoro, proprietà dell’Altro, e il suo modo, il nome. La nominazione in atto, ha i suoi frutti, frutti del tempo, effetti di parola. Evitare il tempo vuol dire togliere la parola. É la negazione della psicanalisi in favore della psicoterapia e dello psicofarmaco, per inscrivere la cura in una modalità anziché nel suo modo. Chi evita la parola evita lo Spirito. La logica della nominazione non si può dire, si può intendere, capire.
Giovedì 22 dicembre, Spirito, spiritualismo, spiritualità. La clinica
Che ne è dello Spirito quando il pensiero, come numero della parola, è abolito ? Lo Spirito è l’altro nome di Dio, operatore inconscio tra causa e funzione. Inconscio, l’altro nome dell’originario, dunque ignoto come le sue proprietà e virtù. Spirito costruttivo che opera per la conclusione, per la riuscita, non per la volontà, non per la padronanza. Non partecipe dell’alternativa tra bene e male, opera secondo l’idea originaria, specchio, sguardo, voce. In assenza di Spirito, la ricerca si arena nella spiritualità, nello spiritualismo e vengono abolite l’humanitas e l’humilitas, proprietà della parola. Lo Spirito nella parola, come operatore, qualcosa di incredibile, sfata ogni teoria secondo cui è possibile creare l’algoritmo di controllo definitivo. Con lo Spirito, impossibile la prevenzione al posto dell’invenzione. Non c’è più psichismo.