- ATTIVITÀ ANNO 2015
- Il Sé. Tu, Io, Lui
- L’inconscio, la scrittura 1
- La promessa della felicità
- L’inconscio, la scrittura 2
- Il disagio, la difficoltà, lo stress e l’abuso di sostanze psicoattive
- La festa, la sessualità, l’odio
- La scuola e le sostanze di uso voluttuario
- L’interlocutore per la salute. L’interlocutore per la vita
Da giovedì 24 settembre 2015, alle ore 21, nella Sala di Palazzo Eurobuilding, in Largo Europa 16, 1° piano, scala A, a Padova si tengono le lezioni settimanali di cifrematica di Ruggero Chinaglia, medico, psicanalista, cifrematico, sul tema
LA FESTA, LA SESSUALITÀ, L’ODIO
La serie degli incontri settimanali La festa, la sessualità, l’odio, si costituisce sia come momento di dibattito e di confronto sia come occasione di formazione intellettuale non convenzionale né conformista. Formazione alla cifratura, alla cifralità: formazione alla valorizzazione.
Questi incontri convocano all’appuntamento settimanale della lezione chi s’imbatte ciascun giorno nelle questioni complesse e semplici in materia di educazione, di formazione, d’insegnamento, d’impresa, di salute.
Come si attua ciascuna cosa, senza l’idea incombente della durata, della fine, del male, della prestanza, dell’alternativa fra il positivo e il negativo posti dinanzi nelle cose da fare? Il dispositivo della lezione rivolge alla cifra ciascuna domanda.
Perché lezioni?
Sono lezioni in un’accezione non accademica: si tratta della lettura e della scrittura di dettagli dell’esperienza, con l’instaurazione dell’ascolto. La lezione non è finalizzata alla diffusione di un sapere, né alla condivisione di un comune sentire, né tende a omogeneizzare i dati che emergono dall’esperienza, dalle cose che si dicono e che si fanno. Non è rivolta a proporre soluzioni ai mali sul modello psicofarmacologico, ma va in direzione della ginnastica intellettuale.
Sono lezioni dove si tratta della lettura. La lettura avviene dopo avere capito. Leggere non è per capire, capire avviene leggendo. Nessuno può “fare capire” a altri, perché non c’è modo di eludere lo sforzo intellettuale. Capire non è questione di buona volontà o di “inculcamento”. Non c’è modo di abolire l’umiltà necessaria per accogliere ciò che contrasta la credenza soggettiva.
La psicotizzazione è l’espulsione dell’umiltà, della generosità, del diritto e della ragione dell’Altro. Accogliere l’imprevedibile, l’imprevisto, l’effetto di sorpresa di ciò che si dice non è scontato, soprattutto da parte di chi ha le “sue” credenze, le “sue” ragioni, le “sue” convinzioni, le “sue” ideologie. Generosità è accogliere quel che non si capisce subito, perché non è facile o scontato. Questi incontri sono fuori dal comune, fuori dal discorso comune che non accetta che vi sia qualcosa che sfugga alla coscienza e ai suoi principi. Qui si tratta della particolarità delle cose e del divenire cifra.
La festa, la sessualità, l’odio quindi, per esplorare miti e mitologie del discorso che vorrebbe espellerli dalla parola, discorso che possiamo definire psicotico. Quel discorso, cioè, che mira a togliere dalla parola la sua materia e la combinatoria libera, per formulare postulati standard, visioni del mondo e statistiche. È un programma politico, di politica del tempo. L’invito è di intervenire.
Giovedì 24 settembre, La festa e il suo culto
Per ciascuno è essenziale la festa come festa della vita e della parola: festa che contribuisce alla salute. Questa festa non può essere relegata nell’alternanza con il feriale, per farne l’economia o nell’alternativa al quotidiano inteso come rappresentazione del sacrificio. La festa è strutturale al dispositivo della salute. La festa trae al piacere, senza prescrizione e senza possibile riproduzione. Il tentativo di riprodurre lo stereotipo di ciò che è ritenuto il piacere sfocia nell’euforia dell’esorcismo della morte. Alla festa si sostituisce allora l’idea dello sballo, dello stordimento, per accettare il cannibalismo della sostanza che la società relazionale eretta a sistema impone.
Giovedì 1 ottobre, Atena, Medusa, Sfinge. Quale sessualità?
La questione è quale sessualità. Quando come e perché alla sessualità viene “preferita” una figura della sua negazione, come può essere Atena o Medusa o Sfinge? Il tempo è dato per finito; è constatato che per abitudine ognuno pensa alla fine, talvolta anche alla morte, all’esaurimento, talvolta anche all’idea di non farcela, di non essere in grado di fare. Ognuno cerca di capire i segni che indicano la maggiore o minore prossimità con questa fine temuta e ritenuta inevitabile, prossima, imminente. Sta anche in questo la negazione della festa.
Giovedì 8 ottobre, La madre e la sessualità
La mamma non può coincidere e non coincide con la madre. Né si può attribuire alla madre ciò che spetta alla mamma. “Madre” non è l’altro nome della mamma. Questa distinzione trae con sé l’articolazione della fiaba, della fabula e della saga della vita di ciascuno. Per non vivere di predestinazione e di paura.
Giovedì 22 ottobre, Medea. La misoginia e l’amore della madre
A cosa trae l’anfibologia della madre? A credere che la madre possa dare la vita e toglierla; a credere che la madre possa dare la morte. Questa è la madre rappresentata dalle Parche, ma anche la madre rappresentata da Medea.
La madre è indice del malinteso che mai può essere dissipato. Senza il mito della madre come indice del malinteso, ognuno tenta di applicare la sua economia del malinteso, puntando alla verità ultima sulle cose, sul suo caso, sulla vita.
Giovedì 5 novembre, La casa e la città della festa
La casa, la città, se stanno nella parola, sono nella dissidenza, ma senza dissidio. La casa, la città esigono la parola, quindi l’ascolto, la restituzione in cifra di quel che entra nel dibattito: nessun vincitore e nessun vinto nel dibattito che è caratterizzato dalla dissidenza e dalla cifralità. La casa dove vivere, la città dove vivere. La casa del fare, la città del fare. Casa e città della battaglia intellettuale. Non già della pienezza e della contemplazione. Casa e città dove la domanda trovi il corso e la direzione.
Giovedì 12 novembre, L’inventario dell’amore
Lezione di Daniela Sturaro, insegnante, ricercatrice, con intervento di Ruggero Chinaglia.
L’amore è costitutivo dell’invenzione, della trovata, del lavoro e del gioco. L’inventario dell’amore non è mai finito, mai esaurito, perché si avvale dei termini della costruzione. La costruzione va in direzione dell’avvenire, è costruzione in relazione al programma, non è da intendere in modo finalistico: sarebbe significata dal finalismo, dall’idea di fine, senza altrove.
Giovedì 19 novembre, Gli ingredienti dell’impresa
Lezione di Sabrina Resoli, insegnante, ricercatrice, con intervento di Ruggero Chinaglia.
Ricerca e impresa sono costitutivi dell’itinerario intellettuale. E l’impresa è estranea al possibilismo e alla possibilità. Avviene per necessità. Da dove viene la spinta all’impresa? Quali sono gli elementi della disposizione a costituirsi “pioniere della vita”, avviando qualcosa di inedito? Alcune indicazioni vengono anche dalla lettura del testo di Freud, e offrono un contributo alla dissipazione dell’idea che, per fare, occorra prima sapere.
Giovedì 26 novembre, La sessualità nell’informatica
Lezione di Giorgio Fornasier, formatore, informatico e ricercatore, con intervento di Ruggero Chinaglia.
La combinazione di informatica e sessualità scrive un itinerario particolare, che non ha in sé una conclusione predefinita. Da una parte si costruisce l’accoglimento, dall’altra si persegue l’apertura incessante con entusiasmo per la novità e la percezione che si tratti di qualcosa di moderno e rivoluzionario. Nell’informatica, la sessualità sorge quando sono ammessi gioco e lavoro, quando cioè non si tratta di tutto gioco, nella rivendicazione di un supposto diritto alla libertà, e quando non è prescritto che deve essere tutto lavoro, senza gioco, per una sessualità moralizzata dalla severità. Gioco e lavoro sono ammessi, non permessi: nessuno può permettere, nessuno ha la chiave che ammette alla combinazione. Molti attanti sociali fanno la caricatura del controllo dell’accesso al lavoro e al gioco. E il selezionatore è la caricatura più inquietante. Premia e punisce oggettivamente, cioè sulla base delle sue fantasmatiche e del suo metro. Seleziona a sua immagine e somiglianza. Questo soprattutto nella provincia. Ma l’informatica nella parola è anche internazionalismo: è lo strumento più potente mai esistito per sconfiggere provincialismo e arcaismo, per una sessualità non parrocchiale e di comunità, ma che vada oltre le barriere dei confini nazionali e i monopoli culturali.
Giovedì 3 dicembre, La novella dell’insonnia
Lezione di Fernanda Novaretti, insegnante, ricercatrice. Interviene il Dott. Ruggero Chinaglia.
Da più parti si ammette che i motivi per cui, in alcuni casi, il sonno non avvenga in maniera confortevole sono molti; per esempio, la vita frenetica, le preoccupazioni, i pensieri, i cibi, la camera da letto, il letto, i rumori, il tempo, il lavoro, gli ormoni, i fattori genetici … Molti sono i fattori, molte le cause e moltissimi sono i rimedi che vengono proposti o suggeriti: dalle tecniche di rilassamento, alle pozioni portentose, alle diete, agli esercizi, agli aromi, ai rimedi naturali, fino ai farmaci omeopatici o allopatici, ai sonniferi. Poca attenzione è posta sul modo in cui è pensato, fantasticato il sonno, su quali fantasmi ruotino intorno all’idea di sonno. Per non parlare della notte e del giorno, dell’avvenire, dell’indomani, di ciò che si è fatto o non fatto durante la giornata…
Giovedì 10 dicembre, “Pensare positivo” e l’elogio della tristezza
La mitologia organicista e evoluzionista, che ha la sua base avanzata nel comportamentismo e nelle sue derivazioni, oggi si definisce neuroscienza e insegue il miraggio dell’abolizione del ragionamento.