Da giovedì 9 ottobre, nella Sala Polivalente di Via S. M. Assunta, 35/A, alla Guizza, a Padova, si avvia il dispositivo di formazione e insegnamento intellettuale Occasioni di parola, diretto dal dott. Ruggero Chinaglia, medico, psicanalista, cifrematico, sul tema che ha come argomento di ricerca
LE RELAZIONI, LE IDEE, GLI STRUMENTI DELLA VITA
Questi incontri hanno lo scopo di promuovere l’istanza culturale e scientifica della parola e di informare e sensibilizzare la cittadinanza intorno alle conseguenze dell’uso e dell’abuso di sostanze psicoattive, ivi comprese droghe e psicofarmaci. Accade diffusamente, in ambiti, età, circostanze differenti, che sempre più avvenga il ricorso a sostanze che si crede possano sostituirsi a ciò che è necessario fare per attuare il progetto e il programma di vita di ciascuno, senza cogliere con precisione come questo ricorso si frapponga alla riuscita auspicata. Ci sono anche situazioni, usanze, abitudini, indicazioni, superstizioni che, invece di fare aguzzare l’ingegno per andare oltre le difficoltà reali o presunte, favoriscono il ricorso all’uso di sostanze.
Giovedì 9 ottobre, L’ombra e il bello della vita
L’inconciliabile indica l’assenza di alternativa. Così l’ombra indica che non c’è alternativa fra la luce e la tenebra, esige luce e tenebra. L’ombra è chiaro e scuro, simmetria e asimmetria, corpo e scena: senza conciliazione, ossia senza esclusione di un elemento a favore di un altro elemento e senza la necessità presunta di una composizione, di una sintesi fra i vari elementi; la presunta ricomposizione, la presunta conciliazione trae alla confusione. La chiarezza procede dall’ombra, dall’inconciliabile e non dalla sua abolizione. Il bello si rivolge dinanzi. Esige la cifratura, la salute, la cifra, la riuscita. Il bello sta nell’ipotesi di luce che dissipa il sistema di gestione, controllo e padronanza sul tempo.
Mercoledì 15 ottobre, L’originario
Il numero duale e il numero triale indicano la logica secondo cui ciascuna cosa si dispone nella struttura, la logica secondo cui ciascuna cosa accade. E non c’è più credenza possibile nel fatalismo, nella predestinazione, nella soggettività. E tuttavia c’è chi si oppone, e, nonostante dispositivi che sorgono nel contesto della parola, mantiene salda la credenza nel discorso dell’origine, dell’idea di sé da rispettare e da applicare a ciò che fa, evitando il rischio di verità, evitando il rischio di novità, evitando l’evento con il suo rischio di qualità. Accade che vi sia chi predilige la propria idea immutabile di sé alle vicende della domanda, costantemente negandola. Ciò che frena la domanda è l’idea di appartenenza, che è il correlato dell’idea di origine.
Giovedì 23 ottobre, Cosmogonia
Il caos originario, indica l’apertura da cui ciascuna cosa procede. Ogni cosmogonia ha volto in leggenda l’instaurazione del cosmo, secondo una rappresentazione dell’origine che contrassegna ogni genealogia e la volge in evoluzione, sviluppo, progresso e fine. Dal cosmo al mondo si rappresenta la fiaba della genealogia di ognuno. E l’ordine del cosmo, l’ordine del mondo è l’ordine della padronanza di cui ognuno deve dare prova per essere. Essere nel mondo, essere padrone al mondo, padrone del mondo.