- ATTIVITÀ ANNO 2009
- La scuola del disagio e dell’ascolto
- L’altra lingua e l’ascolto
- La cifrematica scienza della vita
- L’amore e la crisi
- La scienza e la crisi
- Quale scienza quale vita
- L’intellettualità e il piacere
- Esperienza e clinica della psicosi in Svizzera
- L’altra lingua e l’ascolto
- L’arte e il diritto
- L’allegria e l’aritmetica della vita
- Perché la cifrematica?
- Pirandello, l’amore, l’inconscio
- La letteratura, l’amore, il piacere
- Il giornalismo, la satira, la politica
- Le proposte dell’avvenire
Da giovedì 8 ottobre a giovedì 10 dicembre, alle ore 21, presso la Sala Polivalente della Guizza, in via S. Maria Assunta 35 A, a Padova, con il patrocinio del Consiglio di Quartiere 4 Sud-Est, inizia una serie di incontri sul tema
LA LETTERATURA, L’AMORE, IL PIACERE
diretti da
Ruggero Chinaglia
La letteratura di cui si tratta in questi incontri è l’attività intellettuale volta alla produzione di scrittura. Non si tratta, qui, della storia della letteratura, di ciò che riguarda il passato, di ciò che è stato detto o scritto, ma dell’attuale, cioè del modo in cui la parola agisce e l’azione della parola si scrive, rivolgendosi alla clinica, la sua piega, e alla cifra, la sua qualità. E, con la scrittura, conta la lettura che della scrittura è la punta. La scrittura si svolge rivolta all’avvenire. L’amore e il piacere importano, qui, per il modo con cui intervengono per ciascuno, non come genere letterario.
Giovedì 1° ottobre, L’annunciazione, il progetto, il programma
Lo statuto intellettuale esige che nessuna idea di sostanza faccia presa, nessuna idea materna inerente il male, il negativo, la fine, la morte dell’Altro faccia presa. Esige quindi che siano costantemente in atto l’analisi, la cifratura e la clinica. Che non vi sia la presa dei ricordi, dell’idea dell’origine, e la presa dell’invidia sociale, con le rappresentazioni e rivendicazioni che le sono proprie. La scommessa è quella dell’invenzione del modo opportuno di fare anche per chi si trovi nello statuto cosiddetto professionale o imprenditoriale. Le professioni sono tante: medico, paramedico, avvocato, magistrato, insegnante, commercialista, bancario, consulente, e poi ci sono gli imprenditori, i venditori, i commercianti. A che vale la formazione intellettuale, analitica, clinica, cifrale? Dove conduce?
Giovedì 8 ottobre, Il vittimismo. Il fantasma di assassinio
La letteratura, l’amore, il piacere. Incomincia questa sera una ricognizione letteraria, simbolica, clinica, intorno alla parola, alla sua processualità, ai suoi effetti. Questa ricognizione si avvia dalla constatazione della complessità della parola. Questo termine “complessità” è specifico e non indica tanto l’intreccio di quante cose stiano nella parola, non indica la quantità, ma si dirige invece verso la qualità. La complessità della parola allude alla semplicità, all’esigenza di semplicità cui la parola tende. La piega trae al semplice e il semplice, la semplicità è proprietà della clinica. La piega è una proprietà dell’Altro, e l’itinerario della parola nel processo di qualificazione va dal molteplice al semplice. Senza abolire l’Altro, senza togliere il molteplice.
Giovedì 15 ottobre, Superior stabat lupus. Bullismo e vittimismo
In questo incontro verrà letto e analizzato il contributo di Luigi Pirandello nella sua novella ”Superior stabat lupus”.
Giovedì 22 ottobre, L’abbandono
Prosegue in questo incontro la lettura clinica della novella di Luigi Pirandello, ”Superior stabat lupus”. Fantasma di origine, fantasma di morte, fantasma d’incesto. Tre modi di pensare l’abbandono. Abbandono subito, abbandono da fare. Quale famiglia può instaurarsi su queste fantasie? Come si presentano e perché, in differenti momenti della vita, infanzia, adolescenza, età adulta, le idee che sono raccontate nella novella di Pirandello e che costituiscono il materiale che molti avvertono come problema personale? L’analisi della struttura di queste idee consente di sfatare la diffusa classificazione patologizzante, con la conseguente etichetta di malattia, e capire invece da dove queste idee vengono e dove si rivolgono.
Giovedì 29 ottobre, La famiglia senza più edipismo
Prosegue anche in questo incontro la lettura clinica della novella di Luigi Pirandello, ”Superior stabat lupus”. Come si presentano e perché, in differenti momenti della vita, infanzia, adolescenza, età adulta, le idee che sono raccontate nella novella di Pirandello e che costituiscono il materiale che in molti casi viene addotto come problema personale? La lettura di questa novella con l’analisi della struttura di queste idee consentono di sfatare la diffusa etichetta di malattia mentale, e capire invece da dove queste idee vengono e dove si rivolgono.
Giovedì 12 novembre, Un’acquisizione della cifrematica: l’ascolto
Si conclude con questo incontro la lettura clinica della novella di Luigi Pirandello, ”Superior stabat lupus”. Spesso viene assimilato l’ascolto allo stare a sentire, al prestare orecchio; e il racconto viene così accomunato al pettegolezzo, allo sfogo. La rappresentazione comune dell’ascolto è quella di fornire una spalla per piangere o per lamentarsi dei mali o dei guai propri. “Sapere ascoltare”, “essere capaci di ascoltare”, sono i modi comuni con cui l’ascolto viene rappresentato come una variante della pazienza. Non è così. L’ascolto è una virtù della formazione clinica che consente di capire e intendere quel che si dice, oltre la facile traduzione nel luogo comune e nel riporto alla generalizzazione. L’ascolto prelude all’unicità del caso. Come la storia si racconta. La storia, la ricerca, l’indagine. Come si dice, come si narra, come si racconta. Tre modi dell’oralità. Come si situa l’ascolto rispetto a tre registri narrativi?
Giovedì 19 novembre, La droga e il mito dell’idiota. Perché la droga dilaga
Un’emergenza sembra percorrere, improvvisamente, l’attenzione mediatica e politica: l’emergenza droga. Un’emergenza detta sociale. La droga dilaga, bisogna, quindi, contenere, diminuire l’uso, limitare il consumo di droga. Sorge subito, nel dibattito mediatico e politico, l’alternativa: liberalizzare o vietare? Senza tenere conto che la prescrizione esige il divieto e entrambi si rincorrono nella circolarità. Si cerca il rimedio, senza considerare che la mitologia del rimedio è parte integrante della mitologia della droga. Per o contro? La dicotomia si presenta anche nella forma del partito del per e del partito del contro: per o contro la droga? E quale droga? Pesante o leggera? Qualcuno si chiede anche “perché?”. A suo tempo, Pier Paolo Pasolini rispondeva: “la droga serve per riempire un vuoto, un’assenza di qualcosa”.
Giovedì 3 dicembre, La diplomazia della clinica e la pace
La diplomazia si avvale della contraddizione quale modo dell’apertura, quindi dell’inconciliabile e della piega propria alla funzione di Altro e al pragma, quindi del malinteso. Impossibile adempiere all’ideale platonico della mediazione o della conciliazione dei contrari che dovrebbe sfociare nella sintesi. La diplomazia procedendo dal due, punta alla clinica, all’arte e alla cultura della piega e trova qui l’estremismo della parola: il caso è clinico per la piega che viene dall’Altro. È questo l’estremismo che instaura l’ascolto e l’intendimento. La diplomazia non è quindi una facoltà dialettica o dialogica che il paciere possa esercitare per mettere d’accordo i contendenti, mediando. È invece quella proprietà intellettuale del dispositivo che s’instaura con la narrazione clinica e con il racconto cifrale, quando s’instaura l’alingua della struttura.
Giovedì 10 dicembre, Con la cifrematica non c’è più fatalismo né vittimismo. E la paura si dilegua
Fatalismo e vittimismo sono due modi di pensarsi molto comuni. Servono a commiserarsi o a commiserare gli altri. E, commiserandosi, ognuno non si rivolge più alla cifra. Ci sono due tipi di vittimismo: credersi vittima e farsi vittima. Credersi vittima dell’Altro, quindi del destino, del potere invisibile, di dio, della propria origine. Farsi vittima è invece il modo di accettare la morte bianca. La morte bianca è ciò che intellettualmente non si giustifica, ma è giustificato dal canone, dal luogo comune e dal discorso che su essi si organizza. Farsi vittima della negatività, della stanchezza, del rilassamento, del cedimento, del lasciarsi andare, della rivendicazione, dell’idea di comodo. Farsi vittima è molto pericoloso, perché la cosa giunge anche al punto di sfociare in una malattia canonica pur di impedire la riuscita. La riuscita esige il patto, la pace, esige il dispositivo artificiale per attuarla. Ma il soggetto non tollera la sua dissipazione. Se il soggetto è anteposto alla parola, la morte bianca prevale. Fatalismo e vittimismo sono sistemi di controllo e di contenimento della differenza e della variazione.